Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Robespierrismo e rivoluzione Non nego naturalmente che la riflessione sul presente e la partecipazione attiva alle lotte possano permettere di modificare utilmente l'angolatura di studio della Rivoluzione francese. L'esempio di Jaurès sta a provarlo, come sottolinea lo stesso Albert Mathiez: « Immerso nella vita febbrile delle riunioni e dei partiti, egli era piu adatto di un professore, di uno studioso, a rivivere le emozioni, i pensieri limpidi od oscuri dei rivoluzionari>> 1 • Ma occorre guardarsi dallo schematismo e dal trasporre in modo automatico ' alla fine del XVIII secolo i problemi e le mentalità del xx. Come sottolinea Daniel Guérin, dopo Georges Lefebvre, la deformazione robespierrista è dovuta in misura essenziale alla sottovalutazione del movimento popolare, e piu precisamente sanculotto, che dalla primavera del '79 alla primavera del '95, alle cospirazioni e alla repressione del pratile anno III, sostiene, vivifica e sospinge in avanti la rivoluzione borghese. Certamente nessuno storico ha ignorato la funzione decisiva del popolo, e del popolo parigino in primo luogo, nella Rivoluzione francese. Il popolo è l'attore principale nella Histoire di Michelet. Non i sanculotti ma il popolo, del quale non si tenta nessuna definizione, nessuna analisi: il popolo, cioè l'insieme della nazione trasformata, come la Francia, in entità mitica. Ma nel corso della rivoluzione la funzione avuta dal popolo parigino è stata considerata nel suo giusto valore? Gli storici l'hanno situata nel suo posto effettivo? N on1 hanno fo~se avuto la tendenza, piu o meno tutti, a considerare la sua azione· come determinata da quella della borghesia, a caratterizzarla come essen-- zialmente diretta contro l'aristocrazia e il potere regio? I sanculotti parigini non avrebbero agito in pieno e perfetto accordo con la borghesia rivo-- luzionaria? Io sarei però ·meno duro di Daniel Guérin nei riguardi di .Mathiez~ Albert Mathiez ha colto il cuore del problema quando, in La vie chère et le mouvement social sous la Terreur, nel 1927, ha fatto della libertà economica o della regolamentazione il nodo del conflitto fra sanculotti e passi-- denti, quando ha mostrato gli Arrabbiati contrapporre al diritto di proprietà il diritto all'esistenza. Ma molti Montagnardi non avevano forse fatto la stessa distinzione? Mathiez guarda soprattutto alla questione del vettovagliamento. Sottolineando giustamente « l'antagonismo profondo e violento >>fra il sistema del Terrore economico e del maximum generale chiesto dalla sanculotteria, e le « aspirazioni di una società profondamente innamorata della libertà >> 2 ( diciamo piu precisamente gli interessi della borghesia), Mathiez finisce col dimenticare l'incompatibilità fra democrazia sanculotta e govern0,, rivoluzionario, e a sopravvalutare il posto di Robespierre. 1 J. JAURÈs, Histoire socialiste, ed. Mathiez, Paris 1922, Avvertenza, I, 5. · 2 La, vie chère, p. 611. (trad. it. Carovita e lotte sociali sotto il Terrore Torino 1949). ' BibliotecaGino Bianco

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