Robespierrismo e rivoluzione egli afferma, solamente « la intransigenza dei sanculotti a romperla>>. E il nostro giovane storico è grato a Robespierre per avere « coraggiosamente )) liquidato gli Arrabbiati, e avere poi decapitato l'avanguardia popolare (quell'avverbio, se proprio lo si voglia adoperare, sarebbe piu adatto ai perseguitati che ai persecutori). Uguale incomprensione per quanto riguarda la irresistibile ondata di fondo della scristianizzazione, che tale divenne dopo essere nata come un diversivo. Per Massin, la scristianizzazione sarebbe stata solo il risultato dei maneggi « di preti o di religiosi spretati che non seppero superare il loro risentimento... verso la Chiesa >> ! Qui è il punto: una delle ragioni del éulto che Massin d~dica a Robespierre (come di quello che Henry Guillemin dedicò a Rousseau) non sarebbe per caso, come sottolinea l'autore stesso, « l'ideologia evangelica di Rousseau))' della quale l'autore si sente « penetrato >>? Questo piccolo vicario savoiardo spostato nel secolo xx trattiene a stento l'antipatia che gli ispira Michelet. Il ritratto che il grande storico fece di Robespierre è, per Massin, « il capolavoro dell'assassinio postumo». In verità c'è un abisso fra il robespierrista del 1956 e l'uomo che domina dii cento miglia tutti gli altri storici della Rivoluzione francese perché deve alla propria geniale intuizione, oltre che alle sue origini plebee, di essersi posto per primo da un punto di vista popolare, di essersi identificato per qualche istante con gli interessi di una nuova classe della quale avvérte l'ascesa, con una nuova rivoluzione della quale presente l'avvicinarsi, e di avere in questo quadro strappato all'ultimo Robespierre la maschera usurpata di alfiere del popolo. C'è un abisso anche fra l'evangelismo del nostro piccolo Yicario e l'osservante Michelet, il quale osserva come il giorno in cui Robespierre si volse contro gli scristianizzatori, fino al giorno avanti suoi compagni di battaglia, « la soddisfazione fu intima, profonda, nel campo della controrivoluzione >> 1 • Non è un caso se i fondatori del socialismo libertario hanno attinto alla sua fonte. Perché, contrariamente· alla leggenda tramandata dai robespierristi, il loro eroe non è stato attaccato solamente dalla destra controrivoluzionaria, è stato egualmente combattuto, durante il XIX secolo, dalla sinistra socialista rivoluzionaria: Proudhon scrisse a Michelet una lunga lettera nella quale gli fece sapere la sua piena adesione alle tesi di lui 2 , e in una delle sue opere concluse: « Fu Robespierre nel I 794, aprendo le porte a quelli. che poi furono chiamati termidoriani, a perdere la Rivoluzione » 3 • Ba1 M1cHELET, Histoire de la Révolution française, La Pléiade, Paris, vol. Il, p. 818. ~ lbid., vol. II, pp. 1152-56, lettera di Proudhon dell'11 aprile 1851 3 PROUDHON, ldée générale de lç,,Révolution au xix siècle, Rivère, Paris, p. 234. Biblioteca Gino Bianco
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