Praxis ed empirismo « fino ad ora l'interesse di classe ha costituito un velo tra gli occhi umani e la realtà; solo il proletariato, distruggendo insieme alle classi anche l'interesse di classe, e quindi ogni schermo mistificato tra l'essere e il pensiero (il "velo di Maya "·!), aprirà l'èra dell'unica obbiettiva verità. E cosi chiuderà e con-- eluderà la storia. E questo è appunto l'aspetto ideologico di quella "chiusura " che costituisce il pericolo immanente del comunismo » (p. I 7). La forza storico-biologica, motrice potenziale di storia, è stata spesso, nel marxismo, tout court considerata· come forza razionale. La razionalità è stata vista nelle cose che muovono la dialettica oggettiva, prima che negli strumenti umani (il reale è razionale). Essere 11ella' ntitesi apparve una già sufficiente partecipazione alla razionalità (alla scienza). Di qui il mito che la risoluzione dialettica portasse automaticamente alla democratizzazione e politica e culturale. Cessata la dialettica di classe, l'universalità conseguita sarebbe anche stata universalità di pensiero e di comportamento. Oggi è chiaro che, anche risolto il problema del conflitto di classe, il problema dell_a democratizzazione del vivere sociale (ivi .compreso, fra gli altri comportamenti, quello culturale) rimane ugualmente da risolvere. E non solo: ma la sua risoluzione inserisce nella progettazione di una scienza unificata e democratica. Bisogna riconoscere che Preti tocca un punto esattissimo quando chiarisce che l'unità della scienza non sarà mai possibile che in alto, e che la risoluzione concreta non può stare nell'elevamento completo alla. scienza attraverso una pedagogizzazione generale, come pretendeva Dewey. In effetti, si tratta divprogrammare un modo diverso di far scienza. Quel modo che, se richiede un minimum tecnico del senso comune, non si accont~nta di offrirgli un piu ricco piano informativo, ma tende a farlo partecipare ~ f ormativamente al processo scienfifico stesso. Ci rendiamo ben conto delle difficoltà dell'argomento, tuttavia siamo persuasi che solo per questa strada sia possibile affacciarsi alla progettazione di una cultura autenticamente democratica. Ritorniamo quindi al problema della formulazione collettiva (e verifica) della classe delle scelte o decisioni. Per Marx il momento del grande passaggio fu certamente quello che lo fece decidere di lasciare alla critica roditrice dei topi la scelta etica e la formulazione astratta del metodo (il momento della coscienza teoretica staccata dalla tecnica pratica) per dedicarsi alla prima incarnazione della scelta nel particolare settore della scienza economica. E qui infatti la scelta inerf compiutamente alla scienza, ne fu org~nicamente connaturata. Che poi · la scelta marxiana dovesse essere storicamente determinata è ovvio, e di piu relativamente individualistica (e non poteva ancora non esserlo). Non c'è difficoltà, dunque, a riconoscere con Preti che « anche i grandi movimenti di " massa", come il cristianesimo o il comunismo, sono nati, dall'" appello " di u~ individuo o di pochi individui» (p. 144), benché essi, come eggiunge Preti, fossero certamente èarichi di « Spirito oggettivo ». Bi.blioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==