Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Roberto Guiducci tesse , suoi progetti. « È soltanto all'uomo di cultura, che opera in seno alla società e al suo ethos con mordente critico, che deve portare l'umanità a farsi sempre piu " umana ", che tale problema si impone in maniera diretta » (p. 232, sottolineatura nostra). . Certo la situazione è veramente ancor questa. Oggi la cultura e la scienza sono solo in alto (e questi stessi discorsi, in cui ci si sforza di trovare la miglior via per una democratizzazione del sapere, non possono essere compresi dalla maggior parte di coloro a cui sono rivolti e nell'interesse dei quali si svolgono). E di piu, se oggi è possibile realizzare l'unità della cultura soltanto in alto, neppur qui tale realizzazione è avvenuta o sta per avvenire. La scienza, come esattamente denuncia Preti, « non esiste neppure piu come " sapere " e come " verità ", non esiste neppure piu come Weltanschauung, non ha piu nessuna efficacia morale o politica, ma è frammentata in un f!1ero operare nelle cose particolari ... ; attività puramente mercenaria, che non è competente a giudicare dei fini per cui opera, e che lascia immutata la visione tradizionale del mondo e dei valori. Corrisponde molto bene alla libidine di serv1:tu che caratterizza molti intellettuali del nostro tempo, ed alla volontà di comperare ed asservire uomini da parte delle grandi istituzioni che si contendono il dominio della terra>> (p. 198). La situazione è dunque drammatica. Come risolverla? Preti crede al valore del suo progetto formale, e pensiamo non sia disposto ad accettare l 'obbiezione del « come » realizz?rlo. Tuttavia Preti. stesso usava questa obbiezione presentando Problemi di tutti di Dewey. Dewey pensava: « Ecco il grande compito del pensiero, compito di libertà e democrazia: trovare la via di soluzione della situazione attuale e i mezzi per realizzarla. Ai politici politicanti devono subentrare i politici filosofi e scienziati>>. Ma Preti commentava: « Dove troveremo i mezzi per realizzare tutto ciò? E chi darà ai nuovi politici ~l potere? Le speranze di pewey stanno tutte nella eduéazione: equcazione scolastica condotta da un punto di vista delle responsabilità sociali del futuro cittadino, ed educazione delle masse a scorgere le indefinite possibilità di progresso e benessere che sarebbero implicite nella tecnica se i mezzi di questa venissero usati razionalmente. Ma chi educherà gli educatori? >>. Noi, appunto, potremmo chiedere: chi educherà gli scienziati e non scienziati ad accettare il principio di verificazione? Chi ci garantirà della reciproca lealtà nel praticarlo? Chi, infine, verificherà i verificatori? . Ma questo argomento non ci occorre, e cercheremo invece di dimostrar~ che il progetto in esame ci sembra insufficiente non perché formale, ma perché insufficientemente formale, cioè teoricamente non ancora completo. Se, come abbiamo supposto, il senso comune non è in grado, in particolare per quanto riguarda le scienze sociali, di reggere la verifica dell'evidenza pragmatica, anche un eventuale raggiungimento di un'unità culturale « in alto >>non sarebbe sufficiente a stabilire un circuito democratico. Il livello Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==