Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Roberto Guiducci non possedendo il senso comune che un superficie ben piu ristretta di quella richiestagli cotne base. Ma a parte questa difficoltà, forse superabile tentando di ridurre tutte le conseguenze a quelle di patrimonio del senso comune, resta il gravissimo problema di isolare il piano del senso comune e di « eliminare da esso tutto ciò che, nella conversazione anche dell'uomo della strada, ci può essere 'di tecnico (scientifico o filosofico) >> (p. 87). ·Preti vede benissimo che « l'insieme degli enunciati del senso comune non costituisce propriamente un "sistema " o universo di discorso, data l'indefinita varietà di termini in esso presenti, l'indefinita ambiguità e l'indeterminatezza sistematica di tali termini ecc. >> (p. I 14), tuttavia non esita a praticare una epoché, una sospensione del giudizio da tutti i giudizi che il senso comune già possiede, di tutto ciò insomma che esca dal piano liscio e ultimo dell'evidenza pragmatica. Cosicché precisamente l'ultimo, il grezzo, il materiale, rischia, a nostro avviso, di farsi astrazione. Il senso comune tende a costruirsi com~ un senso ideale e - al limite - il linguaggio comune (il massimo dell'imperfetto) come una forma, a suo modo, di linguaggio perfetto. _ Ma l'eventuale contraddizione filosofica e la dimostrazione delle difficoltà di fondare il cerchio tecnico dell'analisi linguistic~ e della verifica empirica sull' « evidenza pragmatica >> ci interessano qui soltanto perché fanno la spia alla chiarificazione della contraddizione reale che .ci sembra annidarsi nel sistema in esame. Riprendiamo quinc;li il discorso per un altro verso. Se accettiamo da Preti la distinzione fra senso comune e « sensus vulgi >> (quest'ultimo, come aveva già visto Engels, ricettacolo di vecchia filosofia o di vecchi pregiudizi), tuttavia pensiamo esatta la definizione marxiana di senso comune, vista come luogo di educazione umana e non come costante biologica. Tale costanz~ rischia, infatti, di apparire come una permanente età dell'oro dei _cinque sensi, e perciò come un limite esterno da cui ci si può s1 staccare per operare scientificamente., ma al quale occorrerà pur sempre riferirsi per verificare lo stesso processo scientifico. Per Marx la costruzione umana dei cinque ser1si è una via senza ritorno, una· crescita· che coJUporta un irrimediabile abbandono del piano originario. Su questo abbandono del piano biologico il marxismo si fonda per dimostrare la necessità della ricostruzione a livello superiore (o piano storico). Per Preti, invece, il livello del senso comune, precisamente in quanto biologicamente nudo, è il luogo necessario in cui si ottiene quell' « evidenza pragmatica senza la quale tutta la vita, tutta la scienza ... cessa di avere un qualsiasi fondamento non contraddittorio >> (p. I 10 ). E di piu: precisamente a questo terreno dell'asistematicità sistematica « il linguaggio comune deve la sua certezza; la sua costante adeguazione alla vita e infine la possibilità, in ultima analisi, di poter costituire rispetto ai chiusi sistemi scientifici l'elemento di apertura e di progresso» (p. 114). Ma come questo motore immobile (immobile perché Biblioteca Gino Bianco

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