Emilio Agazzi Da una parte infatti questa cultura marxistica o marxisticheggiante ha accettato di militare all'insegna ufficiale del materialismo dialettico, quale si era precisato nella elaborazione engels-lenin-staliniana. O_ra tale dottrina, in base all'esigenza di una ferma ortodossia ideologica, sentita soprattutto dalle direzioni politiche degli organismi di massa, ha finito per perdere via via il carattere scientifico-metodologico del materialismo storico, e per irrigidirsi in una nuova metafisica, che di tutte le 1netafisiche presenta le caratteristiche essenziali: inverificabilità dei presupposti e apriorismo dogmatico. Gli intellettuali marxisti che hanno preso sul serio l'insegna ufficiale del materialismo dialettico (ma, come subito dirò, il marxismo italiano si è in realtà sviluppato sotto altre fonti di ispirazione) hanno cercato, specialmente nel campo delle scienze naturali e dei problemi del mondo fisico e biologico, di inquadrare i risultati della ricerca scientifico-sperimentale di oggi negli schemi presupposti della « dialettica della natura » : venendo con ciò meno allo stesso rigore scientifico di cui sapevano dar prova in sede di diretta ricerca sperimentale. D'altra parte giova riconoscere che la cultura marxistica italiana di questi dodici anni si è sottratta a questa pesante ipoteca, in quanto, pur accettando formalmente l'insegna del materialismo dialettico, ha poi in genere aderito a una forma originale e insieme molto particolare di marxismo, cioè al gramsc~smo. La maggior parte degli intellettuali marxisti, infatti, quando pure è giunta a porsi il problema delle relazioni fra il materialismo dialettico staliniano e la gramsciana filosofia della prassi, ha ritenuto, a quel che sembra, che esistessero tra essi soltanto differenze secondarie, marginali e trascurabili, e che press'a poco si trattasse della medesima cosa. I piu anzi non si sono neppure posti esplicitamente il problema, e hanno lavorato con un metodo ispirato alle concezioni_ gramsciane, senza curarsi troppo, dati a!1che i campi delle co~crete applicazioni delle loro indagini, della rispondenza dei loro metodi e risultati ai « primi princip1 fondamentali del materialismo dialettico ». Ciò tuttavia non ha evitato che i marxisti italiani rimanessero nel complesso chiusi in una prospettiva ancora inadeguata alle esigenze di un radicale rinnovamento della cultura. Anche nell'italo-1narxismo vi sono gravi equivoci da porre nella massima evidenza. Il punto piu importante da rilevare è che lo stesso Gramsci era troppo condizionato dalle sue esperienze culturali quasi strettamente italiane, e dalla sua formazione sostanzialmente crociana, no11 meno che dalle condizioni disgraziate in ·cui fu costretto a dare il suo maggior contributo culturale (pur riuscendo non di rado a raggiungere intuizioni che lo allontanavano dal filone tradizion·ale del marxismo italiano), perché possa ancor oggi esser veramente considerato come un depositario della piu critica e rigorosa cultura mondiale. Certamente Gramsci, è assai meno gramsciano di molti « gran1sciani » ufficiali. Ma anch'egli, al BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==