Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Praxis ed empirismo 299 piu il vantaggio di avere a propria disposizione nuove e praticamente ri- . voluzionarie conquiste scientifiche, e, se si vuole, col risultato di riuscire a diffondere in strati abbastanza ampi, e perfino tra le fila degli avversari, una cultura che, con tutte le sue limitazioni, deficienze e superficialità, era comunque ispirata a una prospettiva realistica e scientifica. È possibile considerare questa cultura come espressione di una nuova fase ascendente della borghesia succeduta alla crisi post-rivoluzionaria; ma proprio nell'atteggiamento radicalmente diverso di questa borghesia ottocentesca, progressiva ma non rivoluzionaria, nei confronti della rivoluzionaria borghesia settecentesca, possiamo trovare i motivi della minore radicalità del positivismo rispetto all'illuminismo. Tranne in qualche eccezione, che del resto ebbe poco seguito e successo, i positivisti ottocenteschi furono in genere inclini · 3 concedere troppo alla componente romantica del loro pensiero, a metafisicizzare i risultati della loro scienza, a dogmatizzare i loro metodi, a fare del loro programma pratico una specie di nuova rivelazione, della scienza stessa una religione. Che ciò sia stato favorito dalla natura classista di quella parte della società borghese ancora progressiva, ancora semidemocratica, ancora in processo di espansione, che del verbo positivista si faceva portatrice, può essere. Dal punto di vista ideologico, comunque, dobbiamo arrestarci a segnalare questo ibrido carattere della cultura positivistica, che, su questo piano, fu tra le principali cause del suo fallimento. · 3. - Ma nel corso dell'Ottocento, trapassando poi nel pieno Novecento, si ebbe anche lo sviluppo, per quanto meno evidenziato, di prospettive non-romantiche. Possiamo dire anzi che le due fondamentali espressioni di un tentativo non-romantico, ma scientifico, di ricostruire un'unità culturale non-ideologica sono state, nell'Ottocento, offerte dal materialismo storico e dal pensiero scientifico empiristico. Il primo si configura con una certa unità di sviluppo, concentrato com'è, sotto l'aspetto teorico, nell'opera di due individualità eccezionali, che soverchiarono di troppo i loro epigoni, perché questi, almeno nel corso dell'Ott~cento, potessero significare qualche cosa nel complesso del movimento. D'altra parte ciò che in mancanza di una denominazione ufficiale, e nel desiderio di distinguerlo dallo scientismo metafisicizzato del positivismo, ho chiamato « pensiero scientifico empiristico», si configura come una pluralità di indirizzi nei piu diversi settori della ricerca scientifica e della connessa riflessione metodologica, preludio al suo straordinariamente vario fiorire nel corso del Novecento. Ciò non toglie peraltro che lo si possa in un certo senso considerare come una corrente unitaria, se teniamo conto di un motivo ispiratore comune a tutti questi indirizzi; il concreto legame con la ricerca scientifica, e la funzione di metodologia attribuita alle indagini filosofiche. Orbene, è proprio in questo che possiamo trovare una radice comune .. Bib11otecaGino Bianco

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