Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

• • / ESTETICA E MARXISMO: G. LUKACS 1. - L'occhio su Lukacs, in questo scritto, sarà diretto sulla sua opera in riferimento alla crisi, innegabile, del marxismo ufficiale. Una crisi che, siano persuasi, il marxismo potrà superare se, rompendo la sua attuale impasse, avrà saputo guadagnare ai punti la difficile gara ~on le metodologie in corso nella ricerca contemporanea, nelle scienze naturali e sociali, nella filosofia, nell'estetica stessa. Altro punto per un riferimento critico sarà l'esigenza, altrettanto innegabile, di una cultura profondamente democratica. La democraticità della critica artistica, lo hanno dimostrato i fatti, non può consistere nel militare al servizio di un qualunque partito politico che si profèssi democratico. Non è una medaglia in piu sul petto di una autorità. Oggi essa _non può consistere che in un atteggiamento pregiudicato da ·un solo intento : una cultura da costruirsi; accessibile e partecipa .. bile e controllabile da ·una maggioranza cui venga restituito ciò che l'astuta pietà autocratica vorrebbe togliere, il diritto, diretto e faticoso, della responsabilità. E questo non è· che marxismo: è l'universalità cultural~ astratta che tende ·a realizzarsi seriamente, dal basso, come universalità concreta. La critica di ogni fatto culturale, e quindi anche dell'arte, occorre viverla .nella prospettiva di una grande partecipazione collettiva. Ma perché la critica riesca per davvero un servizio di utilità pubblica, non _è la: democraticità dei contenuti che soltanto conti, e neppure basta l'eticità dei finì. Qccorre che democratico sia il suo procedimento. La funzione pubblica pili urgente cui essa è chiamata è che il suo procedimento si~ esso stesso liberatorio dei superstiti « idola vulgi » del nostro tempo - in prima linea della mentalità metafisica, che è la mentalità dell' « incontrollabile » e, quindi, dell'incontrovertibile. · 2. Doppia lettura di Lukdcs. - Viviamo ora, in Europa, una situazione, se vogliamo, di spreco delle difficoltà. L'immobilismo politico ci concede il relativo lusso di rifare conti culturali, tenendo cura di nuovi addendi. L'immobilità delle altre prospettive, chiamiamole orientali, 17 Biblioteca Gino Bianco

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