Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Estetica e~marxismo 275 alle sue categorie, ai suoi Prolegomeni, i quali rappresentano il massimo sforzo di costruire una teoria dell'arte sulle basi del materialismo dialettico - e probabilmente segnano il limite massimo raggiungibile in questo tipo di esperi~nza culturale. Dalla proposta vivacemente storicistica e metodologica di Plechanov ai primordi degli interessi marxisti per l'arte alla restaurazione delle categorie gnoseologiche di Lukacs: è possibile non avvertire, a questo punto, un salto di atmosfera culturale, uno scarto vero e proprio di atteggiamento? È una divergenza di atteggiamenti che dà l'angolo acuto di una storia, la storia di mezzo secolo di cultura marxista. Come due punti estremi, l'iniziale e il terminale, Plechanov e Lukacs sopportano una stessa parabola. L'uno è gli inizi, l'altro il limite attuale di una · medesima esperienza di cultura, marxista, e con analoghe radici nella tradizione democratica russa e nell'europea, direttamente ingaggiata a influenzare le premesse o le conseguenze d'una rivoluzione. 8. - Il lascito di Plechanov: il superamento del sociologismo. - Insieme con la riduzione al materialismo metafisico tradizionale del materialismo storico, ed insieme al fissarsi di quest'ultimo in uno schema propagandisti~o anziché operativo, il sociologismo deterministico che inficiava l'eredità plechanoviana esplose nell'allegra meccanicità della critica letteraria di tendenza marxista che segu1, in Europa e in America, la crisi del primo dopoguerra mondiale. Volenterosi adattamenti alle storie letterarie locali di canoni classistici; o applicazioni meccaniche del materialismo storico a indagini genetiche dall<; quali i fatti letterari uscivano troppo spesso come simboli di una cattiva coscienza economica - il marxismo non riusci a scavalcare nella critica i rigidi limiti di un metodo estrinseco alla comprensione del fatto letterario vero e proprio : troppo di frequente la genesi sociale dell'arte era stata identificata con l'arte tout court. Su quest'esperienza il secondo dopoguerra mondiale, mentre trascinava con sé in Et1ropa i rigurgiti del sociologismo, sotto le forme vistosamente polemiche della critica classistica per deficienza, o direttamente politica e truccata di letteratura,. incominciò a spingere innanzi un certo complesso di elaborazione critica. Prima Lukacs, al limite dell'immediato dopoguerra, fra il '43 e il '45; m.a presto anche Lefebvre, Goldmann, Sartre e altri. Era l'avvenuta presa di coscienza della crisi del metodo storicistico, della necessità di superare non solo il determinismo angusto del suo uso Biblioteca Gino Bianco

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