Segnalazioni un essenziale bilancio critico sul piano propriamente filosofico: si tratta, come l' a. avverte, di una « critique de gauche >> volta a denunciare e a correggere le interpretazioni schematiche e volgari, oggi largamente diffuse, delle tesi marxiste originarie. Con un riferimento alle drammatiche esperienze del campo socialista e, sul piano teorico, alla dissoluzione della problematica filosofica in una schematica « pédagogie de masses >> operata da Stalin, l'a. afferma che oggi il marxismo è in crisi, in quanto i suoi ultimi sviluppi non corrispondono alle esigenze spirituali che esso ha contribuito a creare. Per uscire dall'opportunismo filosofico del periodo staliniano (altalenante tra dogmatismo e adogmatismo secondo. le richieste della contingenza politica) t" dalla conseguente pericolosa « crise de l'objectivité >), l'a. ritiene indispensabile un « retour à la source )) marxiana (e leniniana). Coerente con tale parola d'ordine, procede a una precisazione e a un risarcimento dei fondamentali concetti del marxismo (materia, materialismo, dialettica, astrazione, « riflesso >>, formazione economico-sociale, Stato, ideologia e conoscenza), giungendo alla aff~rmazione che per il .marxismo la filosofia nasce dalla storia e trova la sua verità nella storia senza tuttavia perdere quella autonomia che la preserva da una sommaria riduzione a « verità di classe >> e a ideologia fondata empiricamente sulla « praxis >>. L'agile discorso critico del Lefebvre, se non evita i pericoli dell'accentuazione polemica e moralistica, corregge la sua tendenza semplificatrice (propria di uno schema « dottrinario » ma dovuta forse anche a un proposito divulgativo) con la richiesta antiscolastica ·di una ricerca storica sulla formazione del marxismo, cioè di un rinnovamento del marxismo attraverso « une cure d' historicité »; e, nel comBiblioteca Gino Bianco ,,. plesso, offre ali' attuale dibattito teorico una occasione di approfondimento che per noi può essere ulteriormente arric-. chita dal confronto con alcune fondamentali question-i gramsciane. r. m. M1ttALY KAROLYI, Memorie di un Patriota dalla aristocrazia austroun garica al processo Rajk, Feltrinelli, Milano 1958, pp. 400, L. 2000. Mihaly Karolyi (1875-1955) è stato indubbiamente una delle personalità politiche piu interessanti della storia ungherese, ed anche europea, degli ultimi cinquant'anni. Aristocratico di nascita, fu irresistibilmente attratto dagli ideali socialisti del suo tempo e li visse con sincerità e coerenza, anche se piu romanticamente che realisticamente. Clamorosa fu la rinuncia alle sue immense proprietà terriere in favore dei contadi- . ni. Nel 1918, dopo l'abdicazione degli Asburgo, fu per cinque mesi presidende della prima repubblica ungherese, a cui cercò di dare un'impronta socialistica e democratica, iniziando tra l' altro una coraggiosa riforma agraria. Ma l'immaturità della nazione e soprattutto l'opposizione degli agrari troncarono la sua opera. Per non subire il regime di Horty andò in esilio in Inghilterra, dove rimase .per ventisette anni. Nel 1946 tornò pieno di speranze in patria, accolto con rispetto e simpatia: Accettò di rappresentare l'Ungheria a Parigi come ambasciatore nel 1947-49. Si dimise durante il processo Rajk, e per non avallare con la sua presenza una situazione ritenuta intollerabile, ritor:- nò ancora in esilio in Inghilterra, dove scrisse queste memorie, portate a termine alcuni mesi pri1na della morte (marzo 1955). Sua costante mira fu la formazione di una federazione di stati socialisti nell'Europa centrale ed orientale. Sembrò
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