Segnalazioni Assunto del F. è infatti dimostrare come i cattolici conservatori - direttamente guidati da Pio XI che viene senza ambagi descritto, in puntuale contrapposizione con Benedetto XV, come accentratore, antidemocratico, vagheggiante addirittura la speranza di veder « realizzato, grazie al fascismo, lo Stato cattolico ideale, quale concepito dai canonisti medievali)) (p. 154) - sfogassero la loro ostilità contro il partito popolare e contro i sindacati bianchi, appoggiando il fascismo. Strumento di questa « rivincita )) antidemocratica all'interno del mondo cattolico fu l' Azione cattolica, tra.sformata da Pio XI in un docile e snervato organismo alle sue dirette di pendenze. Il fascismo come tale è perciò, nelle pagine del F., solo sullo sfondo, è un dato di fatto di cui approfittano papa, corte vaticana e vecchie cariatidi clericali per trarre le loro vendette contro i cattolici democratici (e il F. non manca, a questo riguardo, di richiamare la reazione antimodernista avutasi sotto Pio X). In questo atteggiamento il pregio, ma anche il limite, del volumetto che, paradossalmente, è tanto piu aspro nella polemica contro « l'accentramento rattiano )) e il suo filofascismo concordatario, quanto· meno il F., cattolico e democ:;ratico sincero, può ammettere che il papa e la chiesa abbiano davvero guadagnato qualcosa alleandosi col fa- . sc1smo.. Il lavoro del F. si raccomanda anche per le molte intelligenti osservazioni su punti particolari. Ricorderemo quelle sulla raffinata ipocrisia della « apoliticità >> dell'Azione cattolica e dei « casi di coscienza >> fatti nascere per bloccare ogni atteggiamento di concreto antifascismo proposto da cattolici; il parallelo fra l'autoritarismo di Mussolini e quello di Pio XI; la recisa condanna della « conciliazione » in quanto Biblioteca Gino Bianco volta a far credere ai cattolici di potere ottenere come privilegio quella libertà che era a tutti i cittadini negata. G1usEPPERoss1N1, Il fascismo e la Resistenza, Ediz. Cinque Lune, Roma I 955, pp. I o9. Segnaliamo questo non piu recentissimo libretto del Rossini, che ha vo1 uto tentare una sint~si storica dei rapporti fra i cattolici, il fascismo e la Resistenza, come documento di una posizione antitetica a quella sopra ricordata del Ferrari. Se le pagine del Ferrari sono mosse dalla sofferenza e dallo sdegno di chi vede le autorità supreme della propria religione farsi strumento di tirannia, quelle del R. 1nirano invece a costruire il quadro di una lineare, costante, integrale opposizione cattolica al fascismo, in cui armonicanìente si compongono Pio XI e don Minzoni, i dirigenti dell 'Azione cattolica, il Ferrari stesso, il Donati (di cui val la pena ricordare che il R. ha curato, presso lo stesso editore, due volumi di Scritti politici, premettendovi un ampio saggio). Eroe principale dell'excursus del R. è don Sturzo, presentato come il modello dell'antifascista coerente, sul piano della azione come su quello del pensiero, ma di cui si tacciòno completamente i rapporti col Vaticano che condussero al « sacrificio .)) del partito popolare. Il fatto è che il R., che scriveva nel decimo anniversario della liberazione sub specie ufficialmente democristiana, eludendo nella sostanza i piu çomplessi e ben reali e interessanti problemi posti dal cattolicesimo italiano degli ultimi quaranta annj, mirava soprattutto a concludere che « il popolo ha affidato loro [ai cattolici] l'eredità della Resistenza e il prezioso patrimonio delle sue libertà >>.
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