Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Segnalazioni 397 la « deviazione verso il modernismo politico » (p. 123). Peggio del resto fa trattando del partito popolare, di cui, pur tra le non poche osservazioni pertinenti, non capisce la causa prima delPimpossibilità di una sua opposizione al fascismo, e cioè l'antisocialismo della sua élite dirigente e della Chiesa, non molto diverso da quello dei conservatori liberali. Per non parlare poi del- !' impostazione, assolutamente sfuggente, delle responsabilità e dell'atteggiamento dei cattolici durante il ventennio fascista, del paragrafo sulla Concilia- ·zione, con i soliti tentativi di minimizzare la sostanziale collusione e valorizzare i ben miseri episodi di opposizione e le rivendicazioni di autonomia, che, caso mai, sono una riprova dello spirito antidemocratico con cui la Chiesa, accettando il totalitarismo politico del « regime )), solo si preoccupava di difendere, egoisticamente ed a costo della loro fascistizzazione, le istituzioni del suo altrett?nto pretenzioso totalitarismo nella vita sociale e civile, approfittando anzi della liquidazione delle organizzazioni socialiste. Quando poi arriva alla Democrazia cristiana dei nostri giorni, l'autore si fa difensore della politica centrista e degasperiana (p. 174) e del partito unico dei cattolici, pericoloso ma « necessario >> (p. I 75): tutta la sua eterodossia di « avanguardia >> si esaurisce nella raccomandazione di usare questa formula, dell'unità dei cattolici, « con prudenza ed economia >> ! (p. 176). Quanto al libro di Gaetano Catalano, esso, che è un'opera schiettamente giuridica, ci sembra ben impostato laddove, in polemica con chi vorrebbe che la libertà giuridica si sostanziasse nel diritto di fare il proprio dovere, cioè di adempiere i doveri derivanti dalla propria norma etica o religiosa (p. 8), distingue il c~mpo etico in cui la libertà si manifesta come comando ma solo in quanto è BibliotecaGino Bianco autocomando, e la sfera giuridica dove la libertà non può essere che assenza di vincoli (p. 9). Pertanto è da respingere la teoria che la libertà religiosa sia concessa solo ad un soggetto immedesimato nell'ordinamento ecclesiastico (p. 22), e va riaffermato il diritto di libertà attiva anche dell'ateo (p. 83). L'esistenza di un diritto di libertà religiosa si dimostra col fatto che esso ha un oggetto, nella protezione e garanzia dell'utilità che il singolo ricava dalla proiezione all'esterno della sua personalità (pp. 25-28), e un con tenuto, che si qualifica nelle singole nor1ne con cui l'ordinamento giuridico italiano ne tutela, con sanzioni giuridiche, le di verse manifestazioni (pp. 59-83). De] resto l'interesse di questo lavoro è prevalentemente accademico. e. V. FRANCESCO Lu1c1 FERRARI, L'azione cattolica e il « regime )), introduzione di Ernesto Rossi, Parenti, Firenze 1957, pp. 199· F. L. Ferrari, esponente della sinistra del partito popolare, nell'esilio di Lovanio si dedicò a una interessante attività di scrittore politico, pubblicando Le Régi>me fasciste italien, Editions spes, Paris 1928) e l'opuscolo Ai parroci d'Italia diffuso clandestinamente in Italia da « Giustizia e Libertà >> nel I 93 I (qui pubblicato in appendice), e fondando inoltre, sempre nel 1931, una rivista di studi politici in francese, Res publica. Il volumetto presentato ora da E. Rossi era rimasto inedito presso Salveniini che, pochi mesi prima di morire, ne raccomandò la stampa. E ben a ragione : il lavoro del F. si presenta infatti con1e una delle piu vive testimonianze che ci abbiano lasciato i cattolici · antifascisti, perché centrato tutto su una polemica interna al cattolicesimo.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==