Segnalazioni 3. - PIETRO ScoPPOLA, Dal neoguelfismo alla democrazia cristiana, « Studium )), Roma 1957, pp. 182. 4. - GAETANO CATALANO, Il diritto di libertà religiosa, Giuffrè, Milano 1957, pp. 92. Lo Scoppola dichiara essere il fine del suo volumetto « schiettamente divulgativo )), ma ci sembra comunque che esso meriti la piu attenta considerazione per la sua chiarezza, freschezza e, anche, originalità. Bisogna però subito precisare che lo Scoppola, cattolico di una di quelle «avanguardie>> di cui parla il Falconi, vede chiaro nelle cose dell' 80<;:> (la trattazione comincia dal 1848) e dei primi del '900, ma, a nostro giudizio, perde di perspicuità man mano che si avvicina ai nostri giorni. Bene egli delinea la differenza di fondo tra i cattolici-liberali francesi - che perseguono una rinnovata funzione di direzione della Chiesa sulla società at- ' traverso l'alleanza non piu con i governi ma con i popoli : per essi le libertà della Chiesa sono utilitaristicamente un mezzo per conseguire quel fine - ed i cattolici liberali italiani (liberali-cattolici con terminologia crociana),. che, considerando la libertà come fine, mirano a.cluna « riforma >>religiosa e sono contro l'intervento della Chiesa _in campo politico-sociale; bene caratterizza a loro volta questi cattolici liberali italiani, conservatori sul terreno sociale e fedeli allo Stato liberale, nei confronti sia della politica di Leone XIII, c:onciliatorista si ma mirante sempre a una riconquista cattolica, sia degli intransigenti e integralisti, che affrontano la questione sociale in termini oltre che anti-statali (paese reale contrapposto a paese legale), moralistici e caritativi e insomma non politici: cosi lo stesso don Albertario poco comprende delle libertà civili e del mondo moderno. Agli integralist~ e non ai cattolici BibliotecaGino Bianco liberali si riconnetteranno poi 1 popolari, perdendone però l'aspetto retrivo e sovversivo, e conservandone invece l'is~anza dei corpi intermedi da porre fra lo Stato e l'individuo - regioni, provincie, istituzioni civili e della Chiesa - contro l' « estremo individualismo )) liberale. Su questa falsariga sono acutamente valutati i fatti del '98, quando i liberali della classe dirigente perdono fiducia nella loro « religione della libertà )), che non sarebbe piu valida per il popolo che se ne serve contro di loro, e chiedono alla Chiesa il puntello del cattolicesimo, ritenuto adatto come religione inferiore per il popolo. I cattolici reagiscono in due modi diversi, anzi opposti, a questo appello liberale: chi sente l'istanza sociale vede nei recenti fatti la confern1a ultima del distacco tra paese legale e paese reale, l'ala conservatrice accetta invece il richiamo ed a sua volta invita i liberali al ritorno ai principi della verità e del1' ordine, come condizione della rinnovata al]eanza fra trono e altare. La democrazia cristiana del Murri è colta nel suo aspetto guelfo e integralista, nella sua illusione (che viene definita propria di ogni integralismo) « di un trasferi1nento immediato delle esigenze .religiose e morali ... sul piano dell'azione politica, senza -alcuna mediazione di giudizi storici e nel presupposto che quei moti vi religiosi e morali possano per sé soli rappresentare un programma definito e compiuto di azione politica )) (p. 84). Il giudizio si comincia ad offuscare invece quando l'autore prende ad esaminare gli « errori )) del modernismo, considerato, « nel male fatto alla Chiesa)), sullo stesso piano dell'integralismo (p. 91), mostrando cosi di restringere la storia a storia della Chiesa cattolica e di non avvertire il valore dialettico e spirituale delle posizioni storiche. Egualmente egli condanna nell'ultimo Murri
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