Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Segnalazioni 395 l'unica classe dirigente, e la libertà è assicurata, anche alle altre classi e istituzioni, quando e nell_a misura in cui la classe dirigente sa esprimere dalla sua autorità il consenso, sa essere classe generale, dirigente e non solo dominante. Del resto non sarà male ricordare agli Amici del « Mondo >> che non di~ versamente sono andate le cose per i « nostri padri del Risorgimento )), che instaurarono il loro regime di rapporti tra Stato e Chiesa con l'unilaterale Legge delle guarentigie fond_~ta sull_abre~- cia di Porta Pia: Per essi non s1 tratto tanto di disinteressarsi della Chiesa quanto piuttosto « di espulsione dei_ge~ suiti, di soppressione delle corporazioni religiose, di limiti di età e di controlli statali per le monacazioni, di titoli di studio da richiedere ai parroci, di ritorno agli exequatur, di a1n1ninistrazione dei beni ecclesiastici affidati ai laici )), come riconosce lo J emolo (sia pure al solo scopo di approvare la moderazionè del laicismo 1957 paragonato a quello del Risorgimento), precisando che « nessuna delle voci che hanno risuonato [al convegno del " Mondo "] era, in questo senso, risorgimentale))' e suscitando in effetti, contro o almeno oltre le sue intenzioni, un « atto di contrizione verso i padri risorgimentali » da parte del « Mondo » (T accui- ·no del 31 clic. '57), che ammette la necessità di_ « risfogliare le pagine della loro storia e trarne ispirazione per una azione piu decisa e piu franca >>. Del resto, anche per Cavour « libera Chiesa in libero Stato» significò piu o meno le stesse cose, significò uno dei n1ezzi ritenuti idonei a realizzare l'avvento della classe dirigente liberale (e quando vide in pericolo questo risultato egli . ' . . . non esito neppure a ricorrere a1 mezzi estremi, come la manomissione dei risultati delle elezioni del 1857 ecc.), men- .tre invece per Giolitti es.sa è già il paBi.blioteca Gino Bianco ravento del patto Gentiloni: quasi mai avviene che gli epigoni delle formule siano in realtà i prosecutori della sostanza di una politica. Perciò non possiamo essere d'accordo col Falconi quando egli, nella sua pur ottima relazione, afferma · di non nutrire « prevenzioni contro il moltiplicarsi delle organizzazioni laiche della Chiesa (p. 101 ), tanto piu se poi, come egli fa, ci si erge a giudici dell' « insensibilità sconcertante (delle forze socialiste) di fronte ai problemi dell'invadenza clericale » (p. I 38). Con questo però non si vuole minimamente disconoscere il contenuto notevolissimo e ·il qualificato apporto degli Amici del « Mondo >> alla discussione dei problemi dello Stato laico e soprattutto alla sua difesa. Non ci sentiremmo davvero di condividere l'opinione di Togliatti che non è « una cosa seria >> la conclusione a cui essi sono pervenuti, « senza tante storie » (Salvemini), della necessità dell'abolizione del concordato e dell'instaurazione di un regime di se- . parazione. Nel volume, oltre alle relazioni iscritte nel sottotitolo (quella del Borghi su « Scuola e Chiesa in Italia » tenuta a Firenze) sono contenuti vari interventi del convegno, fra cui notevoli quelli di Pasquale d' Abbiero, il quale fissa le responsabilità dei laici dei partiti minori nella involuzione clericale in atto, che non dipende, a suo giudizio, dall'articolo 7 e dal Concordato, poiché in buona parte essa si è realizzata in violazione appunto del Concordato; di Leone Cattani, che, in polemica col c~ttolico e democristiano Ivo Murgia, contesta che l'Azione cattolica sia stata una scuola di antifascismo; di Leopoldo Piccardi, che difende il diritto di essere e di professarsi anticlericali e, per chi lo è, antireligiosi, e non solo in sede culturale, ma propagandando il proprio credo fra le masse.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==