Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Alessandro Pizzorno ambienti accademici ed operativi, ha incontrato altre iniziative, suscitato adesioni molto numerose ed attive, cosI come contrasti e diffidenze. Ha ottenuto l'appoggio di centri e organizzazioni preesistenti: piu di altre fattiva ed estesa quella del Centro di Prevenzione e Difesa Sociale (che è presieduta da Enrico De Nicola) che da vari anni aveva formato una sezione sociologica, diretta, fino alla morte, da Antonio Banfi. Sia ricordata qui la sorpresa e la commozione con la quale molti giovani ricercatori videro al loro fianco Antonio Banfi, in figura di guida comprensiv.a e attivissima, per l'affermazione di questa iniziativa, ma soprattutto per l'affermazione di un nuovo atteggiamento_ verso la .conoscenza scientifica della società. Era già stato attaccato dal male, quando riunI per l'ultima volta a casa sua il comitato per il programma scientifico. Era intervenuto, accuratamente attento, su tutte le questioni ed aveva accettato di preparare la relazione introduttiva del prossimo congresso nazionale, sul concetto di scienze sociali. Ecco ora in sintesi alcune questioni tipiche della situazione culturale italiana, messe in luce dalle vicende dell'associazione. 1. Il problema dell'interdisciplinarità. L'associazione si è chiamata, dopo molte resistenze,. di Scienze Sociali· e non di Sociologia, benché sia affiliata all'Associazione Internazionale di Sociologia. Si è voluto cosI affermare l'unità del fatto sociale, e l'esigenza quindi della collaborazione di varie discipline nell'organizzazione delle ricerche. Ma si è voluto superare anche l'ostacolo della scarsezza quantitativa e dell'ardua individualità e definibilità dei « sociologi » in Italia. Il separarsi e lo specificarsi di nuove discipline dal corpo di quelle tradizionali, è sempre un fatto positivo per l'avanzamento della scienza. D'altra parte l'esigenza opposta, o meglio quella di rivedere le frontiere tra le varie discipline accademiche, e stabilire dei ponti e dei coordinamenti, si presenta quando è eccessivo il grado di astrazione delle singole discipline dai corrispondenti problemi operativi, e quando si irrigidiscono e cristallizzano separazioni che erano nate come convenzionali o ·addirittura occasionali. Attualmente in America, per esempio, c'è una forte spinta verso l'interdisciplinarità: viene attuata in modo concreto con la costituzione nelle Università di dipartimenti di scienze sociali in cui i programmi di studio, i corsi, i seminari delle varie materie vengono coordinati; con la formazione di centri o di gruppi di ricerca in cui collaborano specialisti di diverse discipline. Nel campo teorico è da segnalare l'opera di Talcott Parsons come ingente, laborioso, anche se a volte macchinoso tentativo di ricondurre a un terreno comune i principì e i risultati di diverse scienze sociali. In Italia allo stadio attuale non siamo certo in grado di sentire l'esigenza di raccogliere, confrontare, unificare i risultati delle analisi specialistiche. La cooperazione, invece, e il coordinamento dev9no servire piuttosto ad inBiblioteca Gino Bianco

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