Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Estetica e marxismo 271 dialettico 1 • Ma là dove egli affronta ex-novo problemi, come quello dell'arte, il suo orizzonte è davvero integralmente storicistico, e domi- · nato dall'entusiasmo per il metodo. A parte i punti piu esclamativi 1di questo entusiasmo, che vennero a Plechanov dal sentirsi, qui, un pioniere in una grande terra da conquista, il tratto della sua solidità :sta nel considerare il metodo la vertebra del marxismo. L'interpretazione materialistica della storia aveva soprattutto un valore metodologico 2 e, sebbene non esista e non possa esistere un metodo capace· di sopprimere di un sol colpo tutte le difficoltà che sorgono nella scienza 3 , il metodo era scientifico e « oggettivo » nell'esatta misura in cui individuava nessi causali (o meglio, disposizionali) liberandoli da ogni metafisic~. La verità non era fuori del metodo, era ormai quel metodo, e piu che il possederlo, il praticarlo. Plechanov a~da all'esperienza, oltre che la critica 4 , l'arricchimento del metodo, la sua piena portata ·scientificà. -Adesso, osservava, « si comincia appena a lavorare in questa direzione » 5 • In questa prospettiva egli parla anche per l'arte della possibilità di una critica scientifica : di una critica che si limiti a osservare il come storico dell'arte, le leggi del suo sviluppo storico. Di una critica che « in unavparola, è obiettiva come la fisica ed ecco perché, precisamente,. è estranea ad ogni metafisica. Proprio questa critica oggettiva, diciamo noi, è una critica di combattimento nella misura precisa in cui è veramente scientifica » 6 • « Chi avrà conosciuto l'immensa forza sociale di 1 Cfr. il cap. Dialettica e Logica, riguardante la funzione della dialettica nello spiegare il campo dei movimenti e delle trasformazioni nel « mondo della natura >>, in Le questioni fondamentali del marxismo, Milano 1947. 2 Cfr. questa esatta espressione in Le questioni fondamentali cit., p. 49. 3 Cfr. questa esatta espressione in op. cit., p. 97. 4 Cfr. questa esatta espressione· in Le Questioni fondanzentali cit., p. 106. · 5 Cfr. op. cit., p. 97. 6 Ecco il contesto completo in cui cade il periodo citato: « La critica scientifica non dà all'arte alcuna prescrizione, non le dice : tu devi attenerti a tali o tali altre regole e procedimenti. Essa si limita ad osservare come nascono le differenti regole e processi che dominano nelle . differenti epoche storiche. Essa non proclama leggi eterne dell'arte; si sforza di studiare le leggi eterne la cui azione determina lo sviluppo storico del!'arte. Essa non dice: " La tragedia classica francese è buona, e il dran1ma romantico non vale niente ". Per essa tutto è buono nel suo tempo; per essa non esiste partito preso in favore delle tali o tali altre scuole artistiche; e se (come vedremo piu- avanti) essa prende partito, non giustifica· però la sua posizione invocando le leggi eterne dell'arte. In una parola, è obbiettiva come la fisica ed ecco perché, precisamente, è estranea ad ogni metafisica. Proprio questa critica oggettiva, diciamo noi, è una critica di comBiblioteca Gino Bianco

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