Un caso di organizzazione della cultura smo, il crociaNismo di ritorno, l'araldica socialista lo storicismo malinteso il ' ' rifiuto della scienza sociale in favore dell'intuizione etico-politica, hanno rappresentato piu o meno apertamente il persistere della vecchia arretratezza. Tutto ciò è anche necessario ricordarlo se si vuol inquadrare - comprendendone la timidezza, le incertezze e spesso la confusione - la ripresa attuale degli studi sociologici. Pullulano già i centri e gli istituti di ricerca sociale, ma non si conoscono gli uni gli altri, non hanno linguaggio e riferimenti comuni, il livello di generalizzazione o di applicabilità in cui operano non è stabilito o non è chiaramente riconoscibile: i risultati ottenuti, quindi, per la gran parte, non sono sovrapponibili, non fanno corpo, perciò non costituiscono scienza. I dati sulla realtà sociale si accumulano già con abbondanza, ma la loro elaborazione è quasi sempre in funzione dei fini singoli della ricerca, di implicite o esplicite ipotesi occasionali, non di ipotesi scientificamente istituzionalizzate, cioè riconosciute o riconoscibili in riferimento a un corpo di conoscenze acquisite. Cosf per le tecniche di ricerca, che quando non sono inventate sono interpretate ex novo dai ricercatori, con uno spreco di energie e di tempo che è facile immaginare. Uno spirito letterario o giornalistico percorre intimamente molte ricerche, con effetti fecondi, a volte, ma con grave ostacolo alla valutabilità e alla ripetibilità delle esperienze. Questi atteggiamenti hanno spesso radici nelle biografie personali di certi ricercatori che provengono dal giornalismo o dalla letteratura militante: le inchieste, le interviste, possono rappresentare, piu o meno consapevolmente, un prolungamento delle precedenti esperienze e dei precedenti interessi, un neorealismo sistematico per alcuni, o per altri un cronachismo approfondito. Questa estrazione, che si aggiunge a quella di origine filosofica o di origine politica, o variamente operativa, ha determinato probabilmente un livello di vivacità e di intelligenza e di apertura di interessi, superiore a quello che si sarebbe avuto da una regolare specialistica estrazione universitaria, ma allo stato attuale è fonte di disparità, squilibri, dispersioni e incomprensioni difficilmente superabili. A questo si aggiunga la confusione fra ricerca sociologica da una parte e opera sociale o attività di organizzazione umana dall'altra, e si avrà un qua.dro poco consolante delle difficoltà che stanno di fronte a una organizzazione delle scienze sociali in Italia. E questo è anche il quadro in cui si inserf l'iniziativa intesa a raggruppare tutti i ricercatori sociali in Italia. Se ne discusse la prima volta fra i partecipanti italiani al III Congresso Mondiale di Sociologia dell'agosto 1956, ad Amsterdam. La partecipazione italiana era stata misera, una dozzina di persone, per la maggior parte non si conoscevano tra loro. In accordo con l'International Sociologica! Association, aderente all'UNESCO, Iu deciso di tentare di costituire un'associazione che ne fosse la sezione italiana. Nell'anno e mezzo che è trascorso l'iniziativa è fiorita vivacemente, ha agitato Biblioteca Gino Bianco
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