Storia di un cane può essere additata solo attraverso l'implacabile analisi del morbo che lo affligge. Anche qui ~i verifica la coerenza di partiticità e di oggettività, ~sserita dal Lukacs, poiché nulla è meno edificante dei rosei, menzogneri prodotti della letteratura socialista pianificata, e nulla piu del coraggioso pathos civile di Tibor Déry. Se poi qualcuno scopre in Niki un « trepido crepuscolarismo», si vede che ci avrà proiettato, com'uom far suole, le proprie nostalgie decadenti. E se lo stesso critico ci assicura che per raccontarci « le contraddizioni di quel tormentato paese» occorrerebbe « una posizione dell'intelligenza piu elevata, piu spregiudicata, piu critica » di quella di Déry, questa posizione deve essere con ogni probabilità quella di Carlo Emilio Gadda, il nuovo modello del realismo, di cui il Nostro è grande amn1iratore. E infatti, se invece di « far rivivere un moudo quieto e crepuscolare, degno di esistere, certo, ma marginale e indiretto », Déry ci avesse narrato qualche robusto fattaccio di cronaca nera in un miscuglio tra il budapestino e il romanesco, non solo avrebbe colto assai meglio quelle contraddizioni, ma a nessuno sarebbe venuto in mente di prendersela con lui. Avrebbe acchiappato due piccioni con una fava: il realismo socialista « di tipo nuovo >> e la libertà personale. Avrebbe il suo posticino al sole anziché vederlo a scacchi. Quel posticino che non manca mai a chi se ne infischia allegramente della verità, del socialismo, dell'uomo e, in generale, di tutto (salvoché, beninteso, d~lla « letteratura))). CESARE CASES Biblioteca Gi.no Bianco
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