Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Cesare Cases per negarlo, per imporgli quei sacrifici incomprensibili, e talora mostruosi, che i dirigenti stalinisti chiedono alle masse, considerate naturalmente proclivi alla « purezza morale>> e al « martirio », salvo poi meravigliarsi e vedere dappertutto « qualunquisti » e << fascisti » quando le masse stesse dànno a dividere di non potere né voler rispondere -a tali aspettative. Né Déry insiste eccessivamente, pur non risparmiandogli la sua sferzante ironia, sull'aspetto del carrierismo burocratico. Egli sa che non pochi dirigenti stalinisti hanno dato prova, quando si trattava di combattere il fascismo, di possedere la purezza morale e di saper affrontare il martirio, e che se una volta al potere hanno preteso questo dalle masse laddove essi stessi godevano dei massimi privilegi e scivolavano lentamente nell'indifferenza morale, ciò non deriva se non in piccola parte dell'amore per la vita comoda, e ha radici piu profonde: in un calcolo sbagliato, nella fiducia - spesso ingenua - che basti l'elaborazione di un piano per far scaturire dall'economia di un paese ciò che essa non può dare, il provvedimento amministrativo per ottenere dall'uomo ciò che non può compiere, la propaganda per trasformare il nero in bianco, la polizia segreta per calmare il malcontento. È -a questa tragica hybris, che in nome dell'uomo calpesta l'uomo, che Déry contrappone la sua visione della persona umana, piena di infinite risorse nonostante e attraverso le debolezze e gli errori, e che solo nell'ambito di una vera democrazia socialista può sviluppare pienamente quelle risorse ed elidere reciprocamente quegli errori. Déry non -esce dunque dalla storia, né dal socialismo. Egli non fa che proseguire la sua opera convinta e appassionata di. militante del partito della classe operaia e di realista socialista che rappresenta, in ogni momento e senza riserve, la verità, poiché la verità - si diceva in una testata _digiornale - è sempre rivoluzionaria. In entrambe le sue grandi opere, La frase incompiuta e La risposta, egli aveva configurato (in forma piu convulsa e problematica nella prima, scritta all'epoca di Horthy, e piu chiara e pacata nella seconda, scritta dopo la guerra e rimasta purtroppo interrotta al secondo volume) il processo per cui un giovane operaio prende coscienza della propria posizione di classe e si avvia al socialismo. Era la storia dell'acquisizione della consapevolezza, del trapasso dalla incomprensione alla comprensione della realtà. Niki è la storia del cammino inverso, del trapasso dal mondo dei chiari rapporti, della fiducia e dell'adesione alla società, al mondo dell'incomprensione. Che questo stato di incomprensione sia qualitativamente diverso dal primo è cosa che non ha bisogno di essere ulteriormente ribad'ita. Nelle altre opere era il morbo del capitalismo che si apriva verso la salute del socialisn10. Qui è la salute recuperata che è inficiata dalla malattia. « E la storia di Niki, in verità, non è altro che il racconto preciso della sua salute ». Triste racconto, certo, poiché triste è la malattia, ma anche corroborante; poiché dalle sue pagine sprigiona piu forte che ·mai il « gran fascino » che « la salute esercita sempre sull'uomo » (p. 39). La salute dçll'uomo nel socialismo è l'assunto costante di Déry, ed essa Biblioteca Gino Bianco

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