Cesare Cases non voglio ricordarmi ... ))). Raramente l'ironia demiurgica dell'autore è cos1 massiccia e invadente come in questo breve romanzo, e anche Déry ne fa un uso ben piu modico nelle sue opere maggiori. Si ricordi per esempio il passo citato piu sopra sul « sacrilegio >> implicito nel paragone tra uomo e cane. Se il sacrilegio è soltanto ironico, è perché il giudizio superiore istituito dallo scrittore mette in rilievo la comunanza ultima che consente - e relativizza - il rapporto uomo-cane: entrambi, in misura e modi diversi, sono esseri fragili, soggetti all'illusione, all'errore, alla menzogna verso se stessi e gli altri, all'autocompiacimento, all'eccessiva fiducia e sfiducia nelle proprie forze. Sono entrambi creature. Ma in questa fragilità e fallibilità essi sono caninamente e umanamente umani e commoventi, agli antipodi di quegli esseri infallibili, di quei pretesi semidei che sono i dirigenti stalinisti. « Avendo bisogno di ingannare un poco noi stessi - e chi non lo sente 1nai questo bisogno, fatta eccezione per gli uomini di stato, i diplomatici e gli altri rappresentanti del popolo dallo spirito sempre retto? - ... >> E ancora : « Mentono mai - a sé o agli altri - le bestie? È questo un pro~lema complicatissimo, la cui soluzione sarebbe meglio affidare a cervelli piu fini e piu vasti del nostro: al cervello, per esempio, degli uomini di stato, che secondo noi fin dalla nascita, per una predestinazione superiore, si intendono di tutto e sono infallibili anche in psicologia >> (pp. 82-83). Ecco dunque un altro modo, e il piu comprensivo, di dare alla vicenda individuale un significato universale. La storia degli Ancsa è la storia di uomini pieni di buona volontà e coscienti dei propri limiti - limiti interni, questa volta, veramente inerenti alla condizione umana e sottolineati, anche al di fuori della situazione particolare di costrizione, dal confronto con la ben piu limitata cond_izione canina -, la cui esistenza è insidiata da coloro che si credonq sottratti al destino comune, dotati di un 'impossibilità di errare e di una capacità di incarnare l'assoluto che dovrebbero sopperire alla pretesa inettitudine degli altri uomini, e invece dissipano le forze e, spesso, le vite del « capitale piu prezioso >>. Mentre in realtà anche questa tentazione, .questa hybris per cui l'uomo la pretende a Dio e si eleva al di sopra del prossimo, da cui esige ciò che egli stesso non sarebbe in grado di fare, lungi dall'essere una prova di natura divina, è un segno della creatura; è uno dei difetti, e dei piu pericolosi, della natura umana. Tant'è ver.o che alligna perfino in un essere cosf inoffensivo come la signora Ancsa, emergendo quando essa prende a nutrir rancore verso la cagna perché ha dimenticato il padrone e si è affezionata al vicino di casa, il signor Patyi. « S'augurava forse, la signora Ancsa, che il cuore della cagnetta si spezzasse, mentre il suo cuore di donna non faceva che consumarsi? È caratteristico dell'uomo aspettarsi piu dagli altri che da se stesso, e si capisce che l'egoismo amoroso possa far perder~ il senso delle proporzioni anche ai teneri spiriti fem-- "blioteca Gino Bianco
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