Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

STORIA DI UN CANE ' La genesi di Niki di Tibor Déry (Einaudi, Torino 1957) offre un interessante esempio del classico processo per cui· uno spunto attinto all'esperienza immediata si trasforma, nelle mani di un grande scrittore, in una vicenda tipica che illumina tutta una situazione umana e un periodo storico. Sembra infatti che Déry intendesse in origine narrare un semplice fatterello della propria vita privata, concernente la sua cagna e la sua cameriera, una zitella in età critica, di animo buono, ma inacidita fino all'intrattabilità. La cagna diventa gravida, e la donna, nell'accudire ad essa prima e dopo il parto, nel curare e vezzeggiare i cagnolini, riesce in gualche modo a sublimare i repressi istinti materni e ricupera rapidamente il proprio". equilibrio psichico, la propria naturale bontà e gentilezza. Déry, colpito da questa improvvis~ trasformazione, voleva consacrarle un racconto, che non sarebbe quindi uscito dalla sfera della psicologia individuale. Ma questa esperienza cadeva in un momento in cui il vecchio comunista era piu che mai preoccupato e amareggiato dalla piega che le cose stavano prendendo in Ungheria, e il rapporto uomo-cane vènne cosf ad assumere un significato ben diverso e piu complesso; a lumeggiare, anziché la crisi fisiologica di una donna, la crisi di un popolo attraverso la passione di chi ne aveva condiviso le speranze e le delusioni. Tracce dell'assunto originario sono rimaste in forma episodica: anche ora i parti e la vita amorosa di Niki hanno una certa .parte nel romanzo, ma sono soltanto una nota di piu nella rete di rapporti di analogia e diversità che lega il cane all'uomo. E nell'insieme le modificazioni intervenute sono state radicali, portando alla -scomparsa di uno dei due protagonisti, la donna, e alla sua sostituzione con la coppia Ancsa: la esasperazione non è piu insita nella vita organica individuale, ma è un portato della situazione oggettiva, in cui vengono travolti due coniugi del tutto normali nei loro affetti, nelle loro disposizioni e reazioni. È dunque la situazione oggettiva a rendere pregnante il rapporto uomocane, che pure conserva la sua autonomia e il suo interesse specifico. La lettura di Niki richiama subito alla mente Cane e padrone di Thomas Mann. Con quest'opera, scritta alla fine di un periodo di grave crisi spirituale, Mann si propose anzitutto di creare un «idillio>>, di rappres~ntarè una volta tanto la « vita >> nella ~ua gioiosa spontaneità, non disturbata dallo Biblioteca Gino Bianco

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