Passato e Presente - anno I - n. 3 - mag.-giu. 1958

Pasternàk e la rivoluzione Il romanzo di P. giunge dunque a racchiudere nel suo arco la Resistenza, cioè l'epoca che per le giovani generazioni di tutta Europa corrisponde al 1905 dei coetanei di Zivago: il nodo da cui t1:1ttele strade si dipartono. È da notare come questo periodo conservi anche in Unione Sovietica il valore d'un « mito )) attivo, d'immagine d'una nazione reale in contrapposto a una nazi?ne ufficiale. L'unità della .gente sovietica in guerra, sulla quale si chiude il libro di P. 1 , è pure la realtà da cui prendono le mosse scrittori sovietici piu giovani, che si richiamano ad essa contrapponendola alla astratta schematizzazione ideologica, come a voler affermare un socialismo ormai « di tutti >) 2 • · Solo questo richiamo a un'unità e spontaneità reale, però, è il legame che finora possiamo riscontrare tra la concezione del vecchio P. e quella delle .generazioni piu giovani. L'immagine d'un socialismo « di tutti ~) non può che partire dalla fiducia nelle forze nuove che la rivoluzione ha risvegliato e sviluppato. Ed è proprio questo che P. nega. Nel popolo egli dimostra e dichiara di non credere. La sua nozione di realtà si configura sempre di piu nel corso del libro come un ideale etico e poetico d'un individualismo privato, familiare, di rapporti dell'uomo con se stesso e con un prossimo racchiuso nella cerchia degli affetti (e piu in là di rapporti cosmici, con la vita). Non ci si identifica mai con le classi che nascono a coscienza e delle quali anche gli errori e gli eccessi posson esser saìutati come i primi segni d'un riscatto autonomo, come i segni - sempre carichi di futuro - della vita,v contro l'astrazione. P. limita la sua adesione e la sua pietà al mondo dell'intellighenzia e della borghesia (anche Pasa Antipov, che è figlio di operai, ha studiato, è un intellettuale), e gli altri sono comparse o macchiette. Ne è prova il linguaggio; tutti i personaggi proletari parlano nello stesso modo, ed è il modo folkloristico, infantile e pittorescamente vaniloquo dei mugiki nei romanzieri russi classici. Tema ricorrente nel Dottor Zivago indiscutibile del comunismo)). Venuta la guerra, si fa paracadutare oltre le linee naziste, compie una eroica azione partigiana e finisce impiccata. « Dicono che la Chiesa l'abbia messa tra i santi )). Vuol dirci P. che nello spirito di sacrificio dei comunisti rivive l'antica religiosità russa? L'accosta1nento dei due atteggiamenti non è nuovo; e, a noi, fautori d'un comunismo totalmente dissacrato, è sempre stato piuttosto ostico. Ma il clima della storia di Christiana Orlecov, contenuta in poche battute del romanzo, si collega subito nella nostra memoria al clima - unitario come atteggiamento umano pur nel coesistere di diverse fedi e ideali - delle Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana e europea. 1 C'è ancora un capitolo finale d'una paginetta, sui giorni nostri, con una piccola fanfara ottimisticà, ma è appiccicato H, melenso, quasi non fosse di mano di P., o l'autore volesse ostentare d'averlo scritto « con la mano sinistra )>. 2 · Vedi il mio articolo su Nella città natale di Viktor Nekrasov, in « Notiziario Einaudi», a. V, n. 1-2, gennaio-febbraio 1956. Biblioteca Gino Bianco

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