" Pasternàk e la rivoluzione nell'as.tratta geografia dei poemi cavallereschi. È un divertimento dello scrittore? Vuol essere qualcosa di piu, in partenza : vuole esprimere la rete di destini che ci lega senza che noi lo sappiamo, l'atomizzarsi della storia in una fitta interrelazione di storie umane. « Erano tutti insieme, vicini, e alcuni non si conoscevano, altri non si conobbero mai, e certe cose rimasero per sempre ignote, altre attesero a maturarsi fino alla prossima occasione, al prossimo incontro» (p. 157). Ma la commozione di questa scoperta non ha lunga durata: e il susseguirsi delle coincidenze finisce per testimoniare soltanto la coscienza dell'uso convenzionale della forma romanzesca. Data questa convenzione e posta l'architettura generale, P. si muove nella stesura del lihro con assoluta libertà. Alcune parti le disegna completamente, d'altre traccia solo le linee principali. Da narratore minuzioso di giornate e mesi, con cambi di marcia repentini attraversa anni in poche righe: ceme nell'epilogo, dove in venti pagine di grande densità e vigoria, ci fa passare davanti agli occhi l'epoca delle « purghe >> e la seconda guerra mondiale. Allo stesso modo, tra i personaggi ce ne sono alcuni sui quali sorvola costantemente, e non si cura di farceli conoscere piu a fondo: tra essi c'è addirittura la moglie di .Zivago, Tonja. Insomma un tipo di narrazione « impressionistico >>. Anche nella psicologia: P. rifugge dal darci una giustificazione precisa del modo d'agire dei suoi personaggi. Per esempio, perché l'armonia coniugale di Lara e Antipov a un certo momento s'incrina, e 1ui non trova altra via d'uscita che partire per il fronte? P. dice molte cose, ma nessuna è sufficiente e necessaria: quello che conta è l'impressione generale del contrasto di. due caratteri. Non sono la psicologia, il personaggio, la situazione che gli interessano, ma qualcosa di piu generale e diretto: la vita. La narrativa di P. è la continuazione della sua poesia • • 1n versi. Tra le liriche di P. e Il dottor Zivago, c'è una stretta unità del nucleo mitico fondamentale: il muoversi della natura che contiene e informa di sé ogni altro avvenimento, atto o sentimento umano, uno slancio epico nel descrivere lo scroscio degli acquazzoni e lo sciogliersi delle nevi. Il romanzo _è lo sviluppo logico di questo slancio: il poeta cerca d'inglobare in un unico discorso natura_ e storia umana privata e pubblica, per una definizione totale della vita: il profumo dei tigli e il rumore della folla rivoluzionaria mentre il treno di Zivago nel '17 va verso Mosca (parte V, cap. 13). La natura non è piu il romantico repertorio dei simboli del mondo interiore del poeta, il vocabolario della soggettività; è qualcosa che è prima e dopo e dappertutto, che l'uomo non può modificare ma solo cercare di capire, con la scienza e la poesia, e d'esserne all'altezz~ 1 • Verso la storia, P. 1 Bisognerebbe studiare e interpretare questa resa dell'uomo alla natura (non piu ~enti~a come alterità), che si è venuta esprimendo negli ultimi anni: dalla poesia dt Dylan Thomas alla pittura deg]i « aformali >>. Biblioteca Gino Bianco
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