Note .ecommenti ' PASTEllNAK E LA RIVOLUZIONE A metà del secolo ventesimo, il grande romanzo dell'Ottocento russo ritorna, come lo spettro di re Amleto, a visitarci. L'emozione che Il dottor Zivago di Boris Pasternàk (Feltrinelli editore, 1956) suscita in noi, suoi primi lettori è questa. Un'emozione d'ordine letterario, in primo luogo, dunque, non politico; ma il termine «letterario)) dice troppo poco ancora; è nel rapporto tra lettore e libro che succede qualcosa : ci si butta a leggere con l'ansia d'interrogazione delle lrtture giovanili, di quando - appunto -- leggevamo per la prima volta i grandi russi, e non cercavamo questo o quel tipo di « letteratura)>, ma un discorso diretto e generale sulla vita, capace di mettere il particolare in rapporto diretto con l'universale, di contenere il futuro nella rappresentazione del passato. Con la speranza che ci dica qualcosa sul futuro corriamo incontro a .questo romanzo redivivo, ma l'ombra del padre d'Amleto, si sa, è nei problemi dell'oggi che vuole intervenire, pur sempre riportandoli ai tempi di quand'era in vita, agli antefatti, al passato. Il nostro incontro col Dottor Zivago, cosf sconvolgente e commosso, è pure venato d'insoddisfazione, di disaccordi. Un libro con cui si discute, finalmente! Ma alle volte, nel bel mezzo del dialogo ci s'~ccorge che stiamo. parlando ognuno di una cosa diversa. È difficile discutere coi padri. Anche i sistemi che il grande rev,enant usa per suscitare la nostra emozione, restano quelli dei tempi suoi. Dieci pagine non sono trascorse dall'inizio, e già un personaggio s'arrovella attorno al mistero della morte,. il fine dell'uomo e l'essenza di Cristo. Ma la cosa sorprendente è che il clima per sostenere tali argomentazioni s'era già creato, e il lettore è rituffato in quella nozione di letturatura russa tutta intessuta d'esplicite interrogazioni supreme che negli ultimi decenni ci s'era abituati ad accantonare, da quando cioè si tende a considerarne Dostojevskij non piu come la figura centrale ma come un gigantesco outsider. Questa prima impressione non ci accompagna a lungo. Per venirci incontro, il fantasma sa ben trovare gli spalti dove piu amiamo sostare : quelli della narrazione oggettiva, tutta fatti e persone e cose, da cui una filosofia si può spremere solo goccia a goccia, con fatica e azzardo personali del lettore, piuttosto che quelli della discussione intellettuale romanzata. La ~ena dell 'appas·sionato filosofare continua sf a rampollare per tutto il Biblioteca Gino Bianco
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