Enzo C ollotti mente ralliés alla classe padronale, bens1 di un vizio d'origine che coinvolge tutto il sistema. N~n c'è alcun motivo di dubitare che, come attesta fra gli altri il Blumenthal, la cogestione ha « inaugurato uno spirito di cooperazione e di compr~nsione dei reciproci bisogni assolutamente insolito nei rapporti di lavoro in Germania»; ma è proprio questo risultato che getta ombra sulla validità dell'esperienza ai fini dell'iniziativa classista che si proponevano di sviluppare i sindacati. In sostanza, alla luce di questa esperienza, non risulta forse giustificata la diffi.denza di quanti vedono i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori accomunati e coinvolti nella corresponsabilità della politica padronale tendente a ribadire i principì dell'ordinamento capitalistico? Noi stessi abbiamo raccolto in occasione dell'ultima campagna elettorale nella ~epubblica federale tedesca la voce, evidentemente impossibile a controllare, secondo la quale l'assenza totale di vigore polemico della socialdemocrazia, che controlla come è noto il movimento sindacale, nei confronti della crescente riconcentrazione della grande industria, si dovrebbe attribuire alla collusione di interessi venutasi a produrre tra rappresentanti dei lavoratori e padronato, al fatto addirittura che la socialdemocrazia avrebbe ricevuto in cambio della sua docilità finanziamenti da parte delle industrie soggette alla congestione. Vere o false che siano queste voci, esse sono sintomatiche dello stato d'animo con il quale in taluni ambienti politici e sinda·- cali si guarda all'esperimento della cogestione. ~ confermano per lo meno quali e quanti pericoli si annidino per la classe lavoratrice in un sistema del genere. Gli ambienti ufficiali dei sindacati non condividono naturalmente questo pessimismo e, pur rendendosi conto che il problema della Mitbestimmung è giunto probabilmente a una svolta, sono piu inclini a coltivare l'illusione che attraverso gli attuali isti_tuti della cogestione sia possibile salvare ancora qualcosa· delle vecchie istanze, estendendo addirittura l'influenza, di per sé già cosi scarsa, delle rappresentanze dei lavoratori dal piano interno al livello degli enti internazionali creati nell'ambito dell'integrazione· della « piccola Europa>>. In realtà, come dovrebbe risultare da quanto abbiamo precedentemente detto, l'esperienza della cogestione è stata positiva proprio nel settore sul quale meno puntavano i suoi sostenitori, ossia nel campo dei rapporti di lavoro all'interno dell'impresa, mentre praticamente nulla è stata la sua portata nel campo specificamente economico. La trasformazione dei rapporti di direzione aziendale in teoria prevista dalla legge con l'immissione negli organi direttivi dei rappresentanti operai è rimasta sulla carta per un complesso di circostanze che hanno costretto le nuove strutture entro gli schemi tradizionali; gli obiettivi di democrazia economica sono rimasti insoddisfatti e per l'inadeguatezza dello strumento specifico e per l'impossibilità di inserire tale strumento con successo in un piu ampio ambito di rapporti capitalistici. Da q1:1alsiasipunto di vista si consideri questa esperienza, il Biblioteca Gino Bianco
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