Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

202 Liliana J/aenza esperienza di « Ordine Nuovo» prese le mosse). Sia con1unque ben chiaro che per noi tale partito rappresenta un fenomeno politico concluso, che nasce ufficialmente a Livorno nel 1921 e finisce nel novembre del 1926. Per . la interferenza predominante di un fattore politico anomalo sia strategicamente che tatticamente e sia anche strutturalmente, il partito comunista italiano risorto nel 1943, solo metaforicamente si può ricollegare al suo precedente storico. Se il partito comunista d'Italia, per le condizioni "di emergenza in cui dovette. svolgere la sua attività, non poté spiegare apertamente e compiutamente la sua dialettica interna, ci lasciò tuttavia uno specchio dei suoi contrasti che testimoniano di una fedeltà ad una concezione liberante e non poliziesca del partito. Sottoposto a pressioni esterne di opposta natura· (da un lato la incalzante dittatura fascista, dall'altro l'esorbitante cadornismo del Comintern) esso costituisce nel suo complesso il tentativo politico piu serio e meditato di dar vita ad uno strumento di lotta che aderisca plasticamente alle esigenze del mondo dei produttori. Il proble~a dei suoi quadri rimanda piu alla impostazione leniniana che non a quella stalinista del partito, anche per l'analogia della situazione politica in cui sia il partito comunista d'Italia che il POSDR dovettero lottare. Ma i rivoluzionari professionali sia nell'uno che nell'altro partito contrapposero appassionatamente le loro tesi nei dibattiti semiclandestini o clandestini. E noi possiamo prendere atto di una configurazione interna in cui la destra (Tasca, Graziadei, Marabini) la sinistra (Bordiga) il centro (Gramsci, Togliatti) costituirono uno status profondamente dissimile da quello che caratterizzerà il partito vent'anni dopo. Anche se i quadri rivoluzionari di allora assicureranno verso la fine, su pressioni del Comintern, la supremazia politica alla corrente di centro su quella di sin~stra piu per un atto che prelude alla tecnica degli ~pparati futuri, ;~he, non per una intrinseca genuina maturazione di pensiero dovuta a maturazione di situazioni reali. 9. Funzìonarismo e tecnocrazia. Abbiamo accennato agli inizi del presente articolo al fatto che la crisi attuale del movimento operaio, che noi abbiamo colto al livello delle soprastrutture· (il partito), e individuato specificamente nella forma assunta da queste (l'apparato), implica o presuppone sempre un rapporto fra le soprastrutture e la base materiale, tra il partito e la classe, che è poi analogo a quel rapporto che, su scala piu ampia, si viene comunemente ponendo in campo marxista tra lo stato e -la società civile nel suo complesso. Abbiamo posto cioè l'accento sull~ determinazione politica del feno_meno .anziché su quella sociologica. Ma evidentemente è da quest'ultima che traggono sviluppo e significato le attuali tendenze o realtà burocratiche in seno ai movimenti reali che nascono tutti, in primo luogo, come società de facto, come Biblioteca Gino Bianco

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