Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

Il partito-apparato 197 la normalità del ricambio. Sembra anzi una costante sociologica che una comunità (società o partito), costituitasi alle origini su basi rigorosamente democratiche, debba subire in seguito un processo di involuzione interna che l'allontana enormemente dalle sue fonti primitive. Di qui l'aspirazione ad un ritorno alle origini, che periodicamente si manifesta in seno agli strati piu bassi di quella società o partito, aspirazione che viene riassunta e fatta propria o da una élite di nuova formazione uscita da quegli strati o da elementi della vecchia élite passati individualn:ente nelle schiere dei protestatari (i cosiddetti transfughi). Quando un partito si identifica con il suo apparato, come accade oggi in seno ad una parte notevole del movimento operaio, le conseguenze di tale cristallizzazione delle élites assume aspetti altamente drammatici e, a volte, addirittura tragici se il partito viene portato al potere. E' il caso delle « democrazie popolari )). La tensione potenziale fra la burocrazia del partito e i militanti di base, che non ha occasione di salire in superficie quando nel fuoco della lotta il partito è piu una società segreta, una setta cospirativa, che non un istituto dell'autogoverno (eppure anche la lotta clandestina compie una selezione dei piu capaci), diventa avversione sorda e magari ribellione aperta quando la burocrazia di partito, giunta al potere, diventa anche burocrazia dello stato. Presentandosi agli occhi delle masse come una reincarnazione della vecchia classe spodestata, sia pure in condizioni economiche mutate (la collettivizzazione forzata), la burocrazia brucia ogni margine di consenso sociale e si vede costretta a governare ricorrendo agli strumenti tradizionali della forza. Il partito diventa allora non l'autocoscienza della classe proletaria, ma la sua coscienza alienata, la sua ipostasi ostile. Che questo non accada o che le masse non acquistino chiara consapevolezza di una tragedia che è pure la loro tragedia, quando il partito operaio burocratizzato non è al potere, ma conduce la lotta all'opposizione, ciò dipende dalle condizioni reali in cui si svolge questa lotta. Perché in tal caso i tentativi che sul piano parlamentare e sul piano sindacale (il riformismo di massa) !;apparato o gli apparati rinnovano per inserirsi nel tessuto economico e nelle strutture dello stato capitalistico, vengono interpretati dalle masse, che appoggiano tali tentativi dall'esterno, come un proprio inserimento nelle strutture dello stato, un proprio inserimento nel tessuto della sua economia. Anzi è precisamente questa lotta (la politica estera del partito) su cui gli apparati richia- _mano vigorosamente l'attenzione e gli sforzi del proletariato militante facendo appello al suo spirito di sacrificio, che ottunde la coscienza della « base )), distogliendola dai problemi di politica « interna)), e colmando il vuoto democratico che in quella coscienza ha provocato la dittatura dei funzionari. · La rivolta ungherese dimostra, a tale proposito, come senza la conquista del potere nel partito, cioè senza la soppressione della dittatura dei funzionari, la conquista del potere statale è, per il proletariato, una semplice metafora. BibliotecaGino Bianco

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