Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

Il partito-apparato l'aver rafforzato i quadri: il che significa semplicement~ aver s~elto in o~ni se~ zione impiegati fedeli, per lo piu giovani, che hanno piantato 1n asso gli studi per dedicarsi all'organizzazione del partito non tanto per devozione ad una fede, quanto perché hanno trovato il modo di risolvere cosf il problema pratico della loro esistenza. Chiamare i deputati e i senatori i « rappresentanti del popolo >> non vuol dire piu oggi quello che con questa frase si voleva dire in altri tempi : si dovrebbero piuttosto chiamare impiegati del loro partito. I partiti, da libere associazioni di volontari credenti si sono trasformati in eserciti inquadrati da uno stato maggiore di ufficiali e sottufficiali in serv1z10 attivo permanente, nei quali a poco a poco si intiepidisce lo spirito dell'apostolo e si crea l'animo del subordinato che aspira ad entrar e nelle grazie del superiore. L'elezione dipende dalla scelta dei candidati : la quale è fatta non dagli elettori, ma dai funzionari del partito. E i candidati, piu che per meriti personali di specifica competenza professionale, sono scelti per le loro attitudini a diventare buoni funzionari del loro partito in Parlamento 1 . La diagnosi del Calamandrei coglie nel segno anche se pecca, ad un certo punto, per difetto di prospettiva storica. Non si può, infatti, incolpare il · partito comunista di un peccato che non gli è originale. Abbiamo affermato che il burocratismo ha origini piu lontane, anteriori alla formazione di un'ala bolscevica nello schieramento operaio internazionale. Esso ha origini sindacali ed ha attecchito con sufficiente vigore proprio in seno alle correnti operaie riformistiche dell'Europa occidentale. L'atteggiamento riformista offre, in fondvo, una spiegazione per una concezione del partito nel quale un gruppo minoritario si surroga all'iniziativa delle masse. L'inerzia di una moltitudine, la sua psicologia sostanzialmente conservatrice, si distendono effettivamente attraverso i lunghi intervalli tra una rottura rivoluzionaria e l'altra. Tale inerzia può essere assunta, tuttavia, come il dato di fatto di una esperienza sociologica da cui si deve partire per operare una modificazione della mentalità che inciderà a sua volta sulla modificazione delle strutture, ma non la si può accettare come un elemento organico della struttura umana. Non la si può accettare - quanto meno - se si intende la rivoluzione come un fatto di autogoverno. L'utilizzazione meccanica della passività spirituale dei seguaci, solleva l'élite riformista dal compito specifico, per ogni coscienza socialista, di «socializzare» l'azione rivoluzionaria, e questa viene immeschinita ad una attività empirica e graduale di trasformazione dell'ambiente cui le masse dovranno semplicemente adattarsi. Anche la concezione massimalistica (o comunista) del partito è il risultato di una stortura analoga in sede ideologica e tattica. La minoranza eroica rivoluziona l'ambiente « per procura)>. E anche se le masse vengono spinte entro quell'ambiente con un solo balzo (e . 1 P. CALAMANDREI, Appunti sul professionismo parlame~itare, in « Critica Sociale )), 1956, n. 19. BibliotecaGino Bianco

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