Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

186 Liliana Faenza 2. Il « partito moderno )). V'è un ambito storico dentro cui il fenomeno della degenerazione burocratica deve necessariamente situarsi perché noi possiamo meglio comprendere la genesi di quelle strutture che oggi hanno manifestato il grave limite di un partito concepito come milizia. In questo ambito, la formazione di una élite dirigente per effetto di una circolazione spontanea prima, e la trasformazione poi di quella élite in strato dominante che esercita l'egemonia non tanto con il consenso quanto con la forza dell'apparato, ci conferma il carattere generale di una tendenza in seno al movimento operaio. Prova cioè che tale tendenza, tale inversione dalla qualità alla quantità, che diventa antagonismo stridente, antitesi non risolta tra la scala formale e la scala reale delle competenze in seno al partito, non è di questa o quella sezione del_movimento reale, ma sottende piu o n1eno palesemente a tutte le sezioni del proletariato militante (per non parlare degli schieramenti avversari). Ciò che viene oggi definito un -partito «moderno)), con evidente allusione polemica al partito di vecchio tipo, al partito di opinione cioè, è soltanto una traduzione in formà sistematica e consequenziale, e ad un superiore livello, di una soluzione pragmatistica e utilitaria adottata ad un gradino piu basso dai _politici della vecchia scuola riformistica. Piero Calamandrei ha messo in chiara evidenza la « modernità )) di. tale partito, lasciandoci una descrizione delle sue caratteristiche aberranti, che pare tuttavia una sconsolata accettazione di un male necessario : A questo « burocratizzarsi >> della politica - scrive Calamandrei - concorre d'altra parte anche la struttura sempre piu stabile dei partiti i quali non possono piu affidarsi come un ~empo all'apostolato volontario di pochi entusiasti, disposti a rubare qual~he ora al sonno per mandare avanti alla meglio, gratuitamente, la sezione o il settimanale di partito; ma hanno bisogno di crearsi tutto un « apparato >> di funzionari retribuiti i quali diventano una _burocrazia che assume a poco a poco tutti i caratteri della burocrazia dello stato. Oggi i segretari di partito centrali e locali hanno uno stipendio e vivono di quello, trascurando ogni ·altra attività che non sia quella della loro funzione organizzativa; i « sindacalisti ))' gli « attivisti >> sono nient'altro che funzionari di partito; anche i giornalisti di partito diventano, senza volerlo, « funzionari >> soggetti alla subordinazione gerarchica, aspiranti, come gli impiegati dello stato, ai trasferimenti e alle promozioni. Perfino sui deputati e i senatori si va sempre piu affermando la subordinazione gerarchica di fronte agli organi dirigenti del partito : chi per obbedire alla sua coscienza osa ribellarsi a queste direttive, sa che alle prossime elezioni perderà il posto: diventerà disoccupato. La struttura burocratica del partito, che è stata adottata per primo dal partito comunista e che ha costituito una delle ragioni della sua forza (ma insieme della sua debolezza) si è oggi estesa a tutti i grandi partiti: pare che uno dei meriti che si fanno all'attuale segretario del part_ito democristiano sia stato proprio questa abilità (si dice) nelBibliotecaGino Bianco

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