Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

Sociologia del consumo 171 , libertà di volere ciò che si deve ». Storicismo ed economismo si dànno allora la mano. Precisiamo che le contraddizioni in cui cadono gli argomenti che partono dall'assunto del bisogno rilevabile unicamente nella presenza del prodotto di consumo, e grazie al comportamento monetario del consumatore, non sono della stessa natura per il modello concorrenziale e per quello di pianificazione. L'errore del ragionamento neo-liberale sta nell'usare un modello interpretativo come modello normativo allo scopo di dimostrare l'impossibilità teorica di un'economia pianificata. Delle affermazioni di questo tipo: « Adeguare la produzione all'urgenza, alla necessità ed utilità delle domande che richiedono di essere soddisfatte, come per esempio raccomanda Robert Deumer, invece di adeguarle semplicemente al criterio dei prezzi, corrisponderebbe ad una sistematica disorganizzazione dell'economia. Infatti, o la produzione viene pianificata, nel qual caso la libertà di scelta del consumatore viene abolita, opp·ure il. consumo è lasciato libero, nel qual caso la produzione deve venire ad esso adeguata >> 1 fanno uno strano uso della nozione di libertà di consumo. (< Libertà di consumo » sembra sinonimo di ((impossibilità di prevedere i consumi », quasi che la prevedibilità dei comportamenti - propria, in modi differenti, di qualsiasi scienza - avesse qualcosa a che fare con la libertà (sociale, intendìamo, non metafisica, perché in questo caso rinunciamo volentieri alla discussione) dei singoli comportamenti o atti. Mapca anche un solo accenno alla distinzione fra prevedibilità statistica del comportamento collettivo - la sola che interessi un piano di produzione di serie - e comportamento individuale di scelta fra due o piu alternative. In qualunque punto si alluderà poi a un'impossibilità tecnica di previsione dei bisogni 2 : qui non siamo di fronte ad un errore logico, bensf semplicemente ad ignoranza, spiegabile in parte con lo scarso sviluppo di certe tecniche all'epoca in cui si svolgeva la polemica di cui abbiamo usato i termini (gli anni '30 ), e in parte a una personale estraneità di quegli scrittori ai metodi delle scienze ~mpiriche, e all'osservazione del mondo monopolistico (clie, abbiamo visto, possedeva già molte tecniche in questo senso). Per un modello di economia pianificata che usa il termine di <( libertà di consumo » mutuandolo dal contesto della teoria della concorrenza, il pericolo è quello di dimenticare le critiche tradizionali: il consumo è condizionato dalla presenza stessa del prodotto, dalla. rigidità dei programmi produttivi, 1 G. HALM in Pianificazione econoniica collettivistica, Torino 1946. 2 « Ora non si può negare che l'abolizione della libera scelta dei consu1natori, sotto certi aspetti, semplificherebbe il problema. Sarebbe eliminata una delle i1nprevedibili variabili >>. (F. A. VoN HAYEK in Pianificazione economica collettivistica cit.). · Biblioteca Gino Bianco

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