Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

A. Pizzorno-A. Carbonaro Erano questi i segni, fra i piu vistosi, del nuovo sp1r1to capitalistico. Erano anche segni di un nuovo rapporto fra produttore e consumatore. Tale nuovo rapporto dà luogo a manifestazioni diverse, di grande importanza sociale. Anzitutto la pubblicità, non solo come mezzo d'informazione e di persuasione di massa, ma come vero e proprio strumento di stimolazione, o creazione, di nuovi bisogni. Il disegno industriale, in cui l'arte, dopo oltre un secolo di sacerdozio della gratuità (esteticità opposta a economicità) sembra allearsi all'industria, nell'impresa di specificazione di vecchi e nuovi bisogni umani. Le « pubbliche relazioni )), forma di istituzionalizzazione della presenza produttiva in seno alla società; ecc. 2. - La produzione di massa genera il consumo di massa. La produzione di massa è un fatto tecnologico, che se anche nasce in un determinato contesto economico, si sviluppa secondo una sua logica parzialmente autonoma. Il consumo di massa che ne deriva, indipendentemente dal meccanismo economico che gli ha dato vita, ha delle conseguenze sociali specifiche. Tende a livellare i comportamenti di consumo: fra l'andare in carrozza e l'andare a piedi c'è una visibile distinzione di classe. Quando le automobili sono prodotte in massa, resterà ancora, volendo, una distinzione fra la Cadillac e la Chevrolet, fra la Fuoriserie e la Topolino; n1a i servizi resi sono troppo chiaramente analoghi perché il loro uso non finisca per rappresentare un fattore di livellamento. Cosi si dica per quasi tutti i prodotti industriali. Certo, c'è ancora lo yacht a far funzione di vistosissimo consumo, e altre forme che la classe agiata disperatamente inventa e usa: ma cosf facendo va contro la logica della produzione industriale, e l'esito finale di simili tentat1v1 è facilmente prevedibile . . 3. - Ai due precedenti elementi, l'uno economico e l'altro tecnologico, se ne aggiunge uno di carattere piu strettamente sociale. I consumi, per loro natura, sono difficilmente comprimibili, tendono ad opporre, sul lungo periodo, una certa inerzia alle variabili economiche dalle quali dipendono, e quali si manifestano nell'andamento dei redditi. Gli studi al riguardo (vedi più avanti) hanno dimostrato che in periodi di recessione i consumi complessivi per unità familiare tendono a resistere alla compressione; e ad espandersi invece immediatamente in periodo favorevole. Non avanziamo qui ipotesi di interpretazione di questo fenomeno: se legato al rapido costituirsi di abitudini d'uso in presenza di nuovi prodotti (interpretazione di tipo psicologico, insufficiente secondo l'Halbwachs, perché anche quando diventato abitudine individuale un certo consumo può facilmente venir sacrificato); o se invece legato al costituirsi della consapevolezza collettiva di un bisogno, per mantenere il quale la resistenza diventa allora di ordine sociale. Ricordiamo solo che il fenomeno che abbiamo in tal modo BibliotecaGino Bianco

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