Alternative della pianificazione 157 lizzazione dei fattori pro·duttivi, per ragioni economiche ma anche sociali e politiche, si vengono esaurendo, la negazione stessa da cui era stato caratterizzato finora lo sforzo di sviluppo viene messa in discussione 1 • Tutto questo implica un completo abbandono della preoccupazione - propria ad esempio degli scritti di fonte sovietica sui problemi della pianificazione socialista - di « dimostrare il carattere necessario del sistema di pianificazione dell'URSS e la sua conformità alla dottrina, e, al tempo stesso, l'eterodossia - se non l'impossibilità - di ogni altro sistema di pianificazione in una società socialista >> e sembra consigliare di assumere piuttosto l'ipotesi che « il sistema sovietico di pianificazione 1 « Per principio i prezzi devono essere fissati in funzione della legge del valore. In pratica cosa questo significa? Significa che i prezzi devono riflettereprima di tutto le spese sociali di produzione di un dato prodotto. Se questa condizione non è rispettata, ci è impossibile applicare una gestione equilibrata. Basta cambiare il prezzo perché un'impresa diventi non redditizia e viceversa. Se il rendimento di una impresa è l'indice della sua efficienza; della sua capacità di soddisfare i bisogni sociali, i prezzi devono essere basati sulla legge del valore~ perché altrimenti questo rendimento non esprimerebbe niente. E accade lo stesso per quel che riguarda il costo di produzione. Noi possiamo cambiare i prezzi riducendo cosf le spese elevate e possiamo anche fare il contrario. t soltanto se i prezzi rappresentano, in un certo senso, la quantità di lavoro socialn1ente necessaria che il calcolo dei costi ha un significato. È per questo che noi dobbìan10 riesaminare~ tutto il proplema della politica dei prezzi e rivedere la loro struttura; un proplema difficile che esige una soluzione progressiva )) (O. LANGE, A' propos de certaines questions etc. cit. Di elevato interesse è poi la relazione di A. KoNROD, La legge del valore e la formazione dei prezzi in URSS in « Voprosy Ekonomiki )), 1957, n. 2, trad. it. in « Rassegna sovietica)), 1957, n. 3, che giunge a conclusioni analoghe in riferimento alla piu complessa esperienza sovietica e in relazione ad un dibattito assai piu contrastato, in cui a volte si è intrecciata la polemica tra economisti polacchi e sovietici. Si veda P. W ILES, Chan gin g .Economie Thought in Poland, in « Oxford Economie Papers )), giugno 1957, pp. 190-208 e gli scritti del BRus e del PAJESTKAivi tradotti. Contro il BRus, uno degli economisti polacchi più spinti lungo questa strada è intervenuto l'economista sovietico GATOVSKI, Sull'utilizza~ione della legge del valore in una economia socialista, in « Kommunist )) 1957, n. 9, trad. ingl. in T he Current Digest of the Soviet Press, 1957, n. 34. Sulla posizione assunta dallo Strumilin cfr. R. ScttLESINGER, Strumilin and Others on the T heory f or a New Price Structure, in « Soviet Studies )), luglio 1957, pp. 92-98. « Radicalmente erronea » considera poi la tesi esposta al riguardo da STALINnei Problemi econonzici del socialismo l'economista OsTROVITIANov, La produzione mercantile e la legge del valore nell'economia sovietica, in « Kommunist », 1957, n. 13 (trad. ·frane. in « Economie et politique », novembre-dicembre 1957, p. 134). Val la pena di ricordare che la condanna ufficiale, probabilmente postuma, di Voznesensky come teorico si fondava sul fatto che questi - contrariamente a quanto poi sostenuto da Stalin nei Problemi - • « aveva innalzato il feticcio della legge del valore a regolatore della distribuzione del lavoro fra i singoli settori dell'economia sovietica>>. La condanna fu formulata d_aSuslov, oggi numero due del PCUS dopo Kruscev. Cfr. P. WILEs, Scarcity etc. Clt. BibliotecaGino Bianco
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