Alternative della pianifica~ione 155 nomia non affidata a centri decisionali privatistici risiede in una rigida centralizzazione che compensi tirannicamente le massiccie irrazionalità inevitabili? Una risposta positiva a questa domanda non può naturalmente essere affidata che ad un insieme di ricerche e ad un lavoro, probabilmente lungo, di sperimentazione, quali sono in atto, del resto, in vari punti del mondo, sulla base di quadri istituzionali che a volte tengono sia della vecchia che della nuova società, ma che per questo non sono per essere meno probanti. (Ogni tentativo di pianificazione condotto in una situazione decisionale piu o meno largamente privatistica offre elementi di sperimentazione interessanti anche per altre forme, non piu privatistiche, caratterizzate da autonomie decisionali). Quel che, nell'insieme, appare meno dubbio è che l'alternativa tende ad allontanarsi, oggi, dai termini dr:astici del contrasto· prebellico fra pianificazione interamente centralizzata e coercitiva e pianificazione che si faccia schiava del mercato. Da un lato l'istanza dinamica vigorosamente sottolineata dal Dobb appare inderogabile e questo non può non portare l'accento sull'elemento di coordinazione ex-ante che caratterizza la pianificazione. Dal lato opposto le considerazoni che il Dobb trascura o sottovaluta - per la subordinazione del sùo ragionamento si dati dell'esperienza sovietica passata (sottolineiamo questo riferimento al passato perché vi sono elementi per ritenere che si vada delineando un distacco da talune di quelle condizioni) - tendono a farsi valere a misura che emergono (a volte dolorosamente) realtà e intenzioni che discostano dallo sfruttamento delle condizioni di utilizzazione dei fattori produttivi e dal sistema di preferenze sociali (e politiche) da cui fu caratterizzata appunto l'esperienza sovietica passata. Il punto di superamento del contrasto può essere configurato, a nostro avviso, come la risultante di un insieme di fattori che operano - non senza contrasto, naturalmente -. nel processo storico contemporaneo: A) l'evoluzione della realtà economica dimensionata alla scala della grande impresa con le sue tendenze piu moderne; B) il progresso della tecnica economica che permetta di uniformare su criteri razionali di condotta anzichè su interferenze e coercizioni continue la formazione e l'esecuzione delle decisioni centrali e il comportamento d'impresa; C) una formazione di obbiettivi di sviluppo determinata democraticamente, in un clima internazionale favorevole, in cui l'elemento competitivo si faccia interamente sociale e civile (saremmo tentati dall'aggiungere : con un pieno op~rare del den:ionstraction effect e non militare o diB.■ blioteca Gino Bianco
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