Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

Luciano Cafagna denti ed " autonome " come un dato e che ad esso adatti il piano di produzione (e finanziario)>>. Dubita per.ò il Dobb che in questo caso la discrezionalità degli organi di pianificazione nel redigere il piano di produzione « resterebbe notevolmente limitata da particolari esigenze politiche [ la sotto~ lineatura è nostra]; la struttura dei salari che in tal modo verrebbe a configurarsi eserciterebbe una larga influenza, in gran parte "arbitraria " sulla offerta del lavoro nelle varie industrie e quindi sulla loro stessa produzione>). Non c'è dubbio che la questione presenta serie difficoltà e, al limite, i pericoli segnalati dal Dobb esistono realmente, per cui sembra effettivamente impossibile che gli organi pianificatori possano essere tenuti estranei ad una trattativa del genere ed essere a loro volta invitati soltanto a prendere atto dei suoi risultati. (Sebbene vi siano motivi per pens·are che questo, nell'ambito di una trattativa che può considerarsi anch'essa salariale, limitatamente a beni salariali producibili su finanziamento diretto di singola impresa - o di gruppo d'imprese etc. - possa divenire possibile, quando l'utilizzo di una parte delle risorse finanziarie venga decentrato 1 : l'impresa non è un « settore » produttivo e le sperequazioni eventuali verrebbero forse ad avere piu valore di incentivo per una gestione economica che di turbativa nella distribuzione del lavoro fra i « settori »). Quel che colpisce, però, è che nel fatto stesso di considerare « particolari esigenze politiche>) quelle concernenti la possibilità di privilegiare, per cosf dire, la variabile salariale tra le variabili del piano, traspare una tendenz:1 a concepire l'economia del socialismo come una sorta di economia tecnicoastratta della pianificazione, una pura economia delle decisioni accentrate, in cui ogni limite alla discrezionalità ·del « centro >>è considerata alla stregua di un altro sul piano della riduzione di efficienza della manovra centrale, quasi come i teorici della concorrenza consideravano le turbative alle armonie economiche del laisser faire. Vi è qui un'intima aderenza alla logica del si- .sterna storico esaminato, del resto. E questa logica appare quella di un accentramento spinto al punto da non soffrire alcun vincolo con posizioni reali di classe. Ci si deve chiedere - a questo punto - se il problema può esser ricuperato con una maggiore considerazione dell'orizzonte temporale dell'azione che viene a fondarsi su questo quadro istituzionale. Val la pena di ricordare, a questo punto, che lo stesso Schumpeter sosteneva che la maggior efficienza del socialismo, in quanto sistema economico, dovrebbe essere dimostrata da una capacità di maggior produzione, entro un lungo periodo di tempo, di beni di consumo. Le lacerazioni nel tessuto della « nuova società >)in due 1 Questa sembra una tendenza in atto, che dà naturalmente luogo ad una revivescenza di azione sindacale vera e propria. Esempi se ne leggono in Problen1i del lavoro in U.R.S..S. - Una rassegna della stampa sindacale, Feltrinelli, Milano 1_958, pp. 361. Biblioteca Gino Bianco

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