Alternative della pianificazione 147 sione eccessiva del livello salariale medio. Le vicende della collettivizzazione superarono le previsioni della sinistra quanto a vessazione dei co~tadini e quelle della destra quanto alle conseguenze catastrofiche che un atteggiamento aggressivo verso i contadini poteva avere sull'economia. E superò altres1 le previsioni di tutti circa la compressione delle condizioni di vita che si determinarono nelle città. L'operazione, d'altra parte, non era fondata su una rettificabile politica di prezzi o tributi : per la sua natura essa aveva in certo senso « bruciato i vascelli ». Come è comunemente osservato 1 , è in questo periodo - che fu anche chiamato « l'età del ferro>> della Russia - che si plasma il sistema economico sovietico, il quale riceverà poi solo estensioni o perfezionamenti. La estrinsecità dei principi che presiedono alla scelta degli obbiettivi e il carattere mera- . mente indicativo - piu genericamente teorico che sperimentale - delle norme per la determinazione delle priorità, l'atmosfera della « corsa al piano n con l'esasperazione delle priorità stabilite e il declassamento degli obbiettivi piu vicini alle esigenze civili immediate, la minuziosità della pianifica~ione e il carattere prevalentemente coercitivo dei suoi strumenti di realizzazione, si manifestano appunto in questo periodo. Sorgono dallo spirito volontaristico che informa questa grossa esperienza e si forgiano nel cozzo con le inevitabili resistenze che essa doveva incontrare. Ciò che doveva soprattutto rafforzarsi enormemente (ed è uno degli ele~ menti più notevoli del nuovo quadro istituzionale) era il divario fra il concentramento ~ dei poteri di decisione da un lato e la alienazione - forzata - di questi poteri dall'altro, in una situazione di accentuata scarsità ed in una prospettiva (p_er ragioni che vedremo) di persistente scarsità. L'audacia di questa imponente operazione si traduce, insomma, in elementi che vanno molto al di là di quella centralizzazione coordinante delle decisioni economiche di cui parla il Dobb. È fatto essenzialissimo, cioè, che questo accentramento comprenda non solo le tradizionali decisioni imprenditoriali - costituendo in tal modo la base di una distribuzione unitaria ed organica (se razionale o meno è altra questione) e la possibilità di una utilizzazione integrale dei fattori produttivi disponibili (terra, capitale, lavoro) - ma anche l'avocazione dei margini di d~cisione dei venditori della forza-lavoro, relativi al prezzo di questa vendita, alle condizìoni, alla scelta del settore di occupazione etc. Il pianificatore viene ad operare, insomma, non solo dal lato della domanda della forza-lavoro - lato peraltro decisivo, come si ')a - come un. normale imprenditore, ma anche dal lato dell'offerta. Non opera solo cioè influenzando e deformando le alternative di scelta in modo da rendere questa il piu obbligata possibile (attraverso un sistema di scoraggiamenti e di contropartite), attraverso le condizioni della domanda, ma opera direttamente costringendo l'offerta. Avviene questo come risultato inevitabile del fatto che si integral~zzino le condizioni monopsonistiche della domanda 1 P. es. ~oBROWSKI, Formation c1t., p. 7. Biblioteca Gino Bianco
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