Alternative della pianificazione 143 prime importate etc. Come si vede si tratta prevalentemente di variabili che potevano entro margini abbastanza ampi essere manovrate dai pianificatori, con importanti limitazioni che toccano soprattutto il livello dei salari, sia in · · quanto questo dipende da (B), sia in quanto può essere un fattore importante della componente positiva data dalla produttività del lavoro 1 • Questa prevalenza delle variabili manovrabili non la ritroviamo invece per ciò che concerne (B). Il livello del prodotto prelevabile delle economie contadine era in ragione diretta con la quantità di lavoro, con il livello della produttività agricola, con il favore dell'andamento climatico ( condizione, questa, che ha in quei paesi un'importanza assai superiore a quella cui siamo abituati nei nostri), con il gettito delle imposte ed in ragione invers.J con il livello dell'autoconsumo contadino e con i prezzi dell'eccedenza vendi- . bile. Si vede a ·colpo d'occhio quanto poche siano qui le variabili poste sotto il comando dei pianificatori: quelle stesse che lo sono (prezzi e imposte), utilizzate in un congegno per l'accumulazione immediata e spinte quindi l'una verso il basso e l'altra verso l'alto, hanno un'ovvia influenza negativa sulle altre variabili. Veniamo ora di nuovo alle limitazioni che in una situazione cosf configurata sono poste alle capacità di decisione centrale relative al gruppo (A). Anzitutto la quantità di lavoro, sotto il suo profilo principale, quello della 1 Si potrebbe pensare, infatti, a questo punto, che la politica di contenimento dei salari avrebbe l'effetto di eliminare qualsiasi incentivo al lavoro. In effetti, questo è quanto accadde - tra l'altro - nel periodo cruciale del primo quinquennato (Cfr. DoBB, Storia cit., p. 290 sgg.). 1.. uttavia si deve osservare con l'economista indiano AMLAN DATTA,che « un basso livello medio dei salari può essere compatibile con l'esistenza di rilevanti djfferenzazioni salariali basate sulla qualifica e sulla produttività, e, man mano che la produttività generale del lavoro cresce, l'intera struttura salariale può essere. periodicamente rivista e abbassata· in modo da mantenere i salari medi ad un livello piu o meno costante. Il basso livello del salario medio può esso stesso deterrninare una tendenza continua a superare le correnti norme di produzione per ottenere assegni addizionali. Né si può dire che un tale sistema abbia il rischio di allontanare le innovazioni, soprattutto tenendo presente che si ·tratta di paesi che hanno iniziato la industrializzazione piu tardi degli altri. Una restrizione forzata del consurno è del tutto compatibile con una vasta spesa per l'addestramento professionale, per la ricerca scientifica e per remunerare ad alti livelli gli scienziati e i tecnici » (A. DATTA, W e/fare versus growth Economie, in « The Indian Economie Journal », ottobre 1956; trad. it. in Suppi. alle « Informazioni Svim~z », aprile 1957, n. 53, p. 1421). Per avere una conferma della aderenza di queste osservazioni all'esperienza sovietica si rilegga il discorso di STALINalla I Conferenza dei dirigenti d'industria in Questioni del leninismo, Mosca 1946, pp. 362-82. A tutto questo v_orremmo aggiungere che, superato un certo limite fisiologico, l'influenza negativa del basso salario sugli incentivi al lavoro può esser ridotta se si riesce ad impedire l_'azion_edel_ 1emonstration effect messo in rilievo dal Duesenberry, dello stato ps1colog1co, c1oe, creato dalla conoscenza delle forme di vita e dei consumi di comunità piu evolute .. BibliotecaGino Bianco
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