Luciano Cafagna impressione di elusività, che contrasta con l'aspra nettezza delle posizioni successive. Stalin elenca, ad esempio, nel 1926, come fonti di accumulazione, la proprietà socialista dei mezzi di produzione, i profitti del commercio e del sistema bancario socialista, il bilancio statale e l'annullamento dei debi~i zaristi all'estero : una maniera, come si vede, piuttosto « contabile » di affrontare l'argomento. In genere tutta la discussione soffre, a quanto sembra, di una certa grossolanità e rigidità delle categorie usate. Le alternative venivano poste in modo massiccio e rozzo, rifuggendo da quel piu.largo uso di distinzioni che avrebbe forse permesso di raggruppare diversamente gli elementi costitutivi delle alternative proposte e reso possibile un operato piu flessibile e piu efficace. Dové avere una influenza assai grande nel determinare un simile modo di porre le cose il carattere della struttura del potere e· la furibonda lotta fra gruppi che si muovevano nel miraggio di un proprio dominio assoluto. Per cui le alternative avevano da essere dotate di un esclusivismo classista - magari colorito di fantasmi negati fino al giorno prima e subitamente evocati il giorno dopo - in cui i termini dell'antagonismo sociale venivano facilmente chiamati a spiegare piu complessi attriti economici, e le risoluzioni di tali antagonismi rivestite di capacità taumaturgiche relativamente a problemi richiedenti un'aggressione ben piu duttile e scaltrita 1 • In realtà, se le fonti di accumulazione non potevano essere in quel momento che il prodotto supplementare dei lavoratori dell'industria socialista (A) (base reale del riferimento di Stalin alla « proprietà socialista))) e il prodotto prelevabile delle economie contadine ( B) (base reale degli altri riferimenti di Stalin per la parte non riconducibile sub [A] salvo che per i debiti all'estero), l'ammontare del surplus ricavabile da queste fonti era funzione di un numero assai piu grande di variabili: tante quanti erano le quan.tità e i costi dei fattori produttivi. Di questi alcuni si presentavano come controllabili da •parte dei pianificatori, mentre altri sfuggivano sostanzialmente al loro controllo. Nell'industria, ad esempio, il livello del prodotto supplementare (A) era in ragione diretta della quantità effettiva di lavoro (occupati moltiplicati per il numero delle ore), del livello di produttività del ìavoro, dell'entità delle « economie esterne » etc. ed in ragione inversa del liv,ello _dei salari reali·, del costo dei· trasporti, dei prezzi delle materie 1 «Ciò che sarebbe stato necessario fare era cercare di accelerare lo sviluppo generale, senza accordare una preferenza arbitraria all'ìndustria o all'agricoltura. Una tale politica avrebbe potuto esprimersi in un ordine di priorità sufficiente111entesottile e flessibile, la cui preoccupazione principale sarebbe dovuta consistere nell'affrontare, fra le strozzature piu gravi, quelle suscettibili di venire allargate in minor tempo e con minore spesa» (C. BoBROWSKI, Formation, etc., cit., p. 41). Un simile orientamento ci sembra di poter leggere in OsKAR LANGE, À propos de certaines questions concernant la voie polonnaise du socialisme, Varsovie 1957, . relativamente agli indirizzi da seguire per l'avvenire in Polonia. Biblioteca Gino Bianco
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