Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

~uciano Cafagna rimento da elementi che non sono accidentali ai fini del dato essenziale che si vuol dimostrare. Noi riteniamo, che una superiorità della economia pianificata sul piano delle capacità di accrescimento sia innegabile e che questo sia dal Dobb sufficientemente dimostrato in linea teorica come in linea di esemplificazione. Non ci sembra invece di~ostrato che nello specifico modello di economia pianificata su basi di rigido accentramento che il Dobb propone, i meriti di accrescimento possano ascriversi interamente al fatto coordinativo in quanto tale, considerato cioè come fatto di maggiore razionalità, per lo meno alla scala dei grandi insiemi indivisibili dell'economia, nel determinare obbiettivi e mezzi e nell'eliminare le turbative irrazionali nel meccanismo operativo~ In realtà, nel modello in questione, in quanto ricavato con opportuna depurazione 1 da un esperimento reale, restano sottintese condizioni di utilizzazione dei fattori produttivi che costituiscono un importante insieme compensativo di mas~ sicce irrazionalità di quella data coordinazione ex-ante. Il problema di una strumentazione tecnica che « riempia >> in concreto della necessaria razionalità il principio della coordinazione ex-ante resta dunque aperto. L'altro equivoco consiste nel ritenere come un criterio di « superio.- rità » sufficientemente determinato i ritmi di accrescimento produttivo globale. In effetti tale criterio non è sufficientemente determinato né in relazione all'intrinseco potenziale dinamico di un sistema (come vedremo piu avanti) né in relazione al tipo di preferenza sociale ( e politica) che esso esprime. I due equivoci si intrecciano: il ricorso ad un certo insjeme compensativq delle irrazionalità, per certi suoi aspetti d'altronde fondamentali, è espressione di certe preferenze sociali ( e politiche) - o quanto meno di ancor piu indicative « indifferenze » - degli arbitri della pianificazione (che siamo costretti a distinguere, dato il contesto istituzionale, dai pianificatori in senso stretto). In questo senso le relazioni fra le condizioni di utilizzazione dei fattori produttivi e gli obbiettivi che via via si vennero precisando alla azione dei .politici-pianificatori sono strettissime e varrebbe poco farne un esame separato. Assumeremo perciò, come principale punto di riferimento, le finalità che vennero considerate dominanti nel corso del q·uarantennio e accenneremo brevemente come esse si siano potute per- . 1 Lo ScHWARTZ, L'economia dell'Unione Sovietica, Firenze 1957, p. 700, giud_1caa tal riguardo l'opera del Dobb una « apologia molto sofisticata>>. Senza arrivare a questo si deve però dire che vi si trova un costante sforzo di attenuare, minimizzare, sfumare, realtà aspre e evidenti. • Biblioteca Gjno Bianco

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