Luciano Cafagna della « decisione >> economica che si determina con il trasferimento dei poteri di decisione dall'atomistica dispersione ad un unico centro. Da ciò deriva un tale potenziamento dei fattori di sviluppo che preoccuparsi delle condizioni di equilibrio in quella forma esagerata che ne fa il problema principale diviene anacronistico. La questione è posta nei termini di un dilemma metodologico : la connessione degli eventi economici deve essere affrontata come una connessione flessibile e molecola.re o come una connessione rigida e per grandi insiemi indivisibili? Il problema è alla base di una politica di distribuzione delle _risorse. Le scelte, nel secondo caso, non potranno essere tanto sottili e articolate, ricche di molteplici attenzioni, ma saranno massicce, potranno essere massicce, tendenti all'esclusivismo. Non sfonderanno in un punto ma su un intero fronte. Si noti, sin d'ora, come il Dobb ponga l'accento su una sola delle variabili del problema, ritenendola di una dimensione tale da pèrmettere di considerare trascurabili le altre, e soprattutto ritenendola interamente indipendente dalle altre .. Nella sua prima opera sull'economia sovietica, che è del 1928, l'economista di Cambridge si era tenuto fermo alla vecchia impostazione. Ma già nel 1933, in un articolo apparso sull' « Economie J ournal », lo vediamo farsi sostenitore di una soluzione diversa· da quella concorrenzialista, soluzione poi ripresa nel capitolo conclusivo di Economia politica e capitalismo, che è del 1937. Di mezzo c'era stato l'inizio dei quinquennati sovietici con le sue suggestioni. Tocchiamo qui una caratteristica essenziale della costruzione teorica del Dobb, quella che secondo noi è valsa a sottrarlo alla _accusa schumpeteriana indicata in principio: il fatto,' cioè, che essa si svolge con l'occhio all'esperienza reale del modello sovietico, invece di proseguire sul puro e semplice binario della controversia teorica. Dall'esperienza il Dobb crede di poter ricavare in primo luogo la non necessità (argomento in certo senso piu forte di quello antico degli svantaggi « anarchici )) di una soluzione concorrenziale. Invece di situazioni in cui sia necessario cercare faticosamente l'optimum di assegname11to di risorse indefinitamente flessibili ed adattabili fra un grar1 numero di fini rivali, la realtà economica offre una « rigidità effettiva >> assai maggiore di quella supposta dalla teoria. Come è stato accennato dal Bergson questa tesi si fonda su una visione dei rapporti fra tecnologia ed economia piuttosto diversa da quella tradizionale e che è di grande interesse. Nelle relazioni fra le varie quantità in cui entrano in combinazione fra loro i fattori produttivi e, all'interno di questi, le singole quantità di beni strumentali, avrebbero più importanza di BibliotecaGino Bianco ·
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