Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

2 54 Gianni Scalia Salinari e Spinella sostengono 1) che si tratta di due momenti, l'uno e l'altro coessenziali e ineliminabili; 2) che il momento del consenso è fondamentale per la conquista e l'esercizio del potere (ma, si badi, in una concezione dialettica autoritaria, come abbiamo visto piu sopra); e infine 3) che il pensiero gramsciano è uno sviluppo della dottrina leninista delle alleanze di classe. Troppi altri testi, qui non riportati, illun1inano questo problema. Basti dire che per Gramsci la dialettica direzione-don1inio (cioè consenso-coercizione) 11011 è di tipo autoritario, ·dove cioè il momento del consenso si risolve in quello del dominio; ma viceversa si assicura il fondamento della direzione sul consenso, e soprattutto, al di là del facile gioco terminologico, in altre sedi piu chiaran1ente si distingue tra direzione e dominio, nel senso che la direzione è sempre intesa come dialettica del consenso. Né si può confondere la coercizione con l'apparato giuridico, cioè il potere politico di fatto (don1inio) con la direzione che si esprime nel governo giuridico (e della legge), che ha un carattere cogente, non coercitivo in senso politico. Gra1nsci, abbiamo visto, ha tenuto presente nella teoria dello stato (appena abbozzata, tuttavia) l'esistenza della distinzione tra partito e governo, l'~quilibrio essenziale di società civile e società politica e la sua espressione nel governo giuridico, fino ad affermare, come non è stato mai riconosciuto o « scoperto >> dagli interpreti marxisti, e solo accennato da uno studioso liberale, la teoria della « distinzione dei poteri >>fatta nascere da una accettazione-superan1ento della teoria politica liberale, cioè dalla necessità di concepire in modo organico, reale e sostanziale, la « rappresentanza ». La rappresentanza deve essere organica, e quindi non politica in senso liberale e formale: deve essere il risultato del rapporto organico tra organizzazione economica e organizzazione del potere politico. In questo quadro Gramsci afferma la necessità del diritto, o del governo giuridico, con1e equilibrio di società civile e società politica: Unità dello Stato nella distinzione dei poteri: il Parlamento piu legato alla società civile, il potere giudiziario tra governo e Parlamento, rappresenta la continuità della legge scritta (anche contro il governo). Naturalmente tutti e tre i poteri sono anche organi dell'egemonia politica, ma in diversa misura: 1) Parlamento; 2) magistratura; 3) governo (Mach., pp. 87-88). . Del resto Gramsci, nel Machiavelli, si pone continuamente il problema, legato alla realtà storica italiana, della crisi del liberalismo e _del regime rappresentativo e parlamentare; del contrasto tra regime rappresentativo e regime burocratico (cioè statalismo totalitario); e tende a una elaborazione, in un quadro marxista, di « un nuovo tipo di regi1ne rappresentativo>> (Mach., p. 126), e di tutti i problemi connessi a questo tipo di ege~onia (organizzazione del diritto, dell'economia, dei rapporti sociali ecc.). Problen1i, questi, da affrontare per un'adeguata interpretazione del pensiero gramsciano e che, in questa sede, sono stati appena richiamati, a dimostrazione dei li1niti di cui dà esetnpio l'antologia di Salinari e Spinella. (Per la distinzione-unità di società civile e società politica, e del suo rapporto nell'equilibrio organico dello stato con1e n1omento « dialettico » di una « società regolata», cfr. Lettere; P. P., pp. 153, 158, 164, 166; lnt., pp. 160 ecc., con le debite differenze dei contesti). Gramsci distingue tra dominio, come direzione senza consenso, e direzione, come rapporto consensuale; considera l'egemonia con1e equilibrio (Mach., pp. 31, 76, 94 ecc.), com~ egemonia totale (cioè insieme econo1nica e politica, contro l'inBibliotecaGino Bianco

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