Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

Gianni Scalia l'Antologia. E basta una semplice documentazione provvisoria e di mero rilievo descrittivo per denunciare la semplificazione della scelta e della presentazione. La rivoluzione socialista è una rivoluzione strutturale, diretta e controllata dalla classe operaia e contadina e incarnantesi nelle forme e negli istituti propri che anticipano, nei limiti possibili~ la struttura del nuovo stato socialista. Partito e sindacato sono strumenti di organizzazione politica ed economico-professionale, e non rappresentano né lo schema e le forme del processo rivoluzionario, né le strutture prefiguranti il nuovo stato; essi sono agenti politici, non strutture permanenti, non escono dal quadro politico-istituzionale borghese e la loro funzione è quindi transitoria e, aggiungiamo noi, « transitiva )). La rivoluzione è proletaria e comunista solo in quanto essa è la liberazione delle forze produttive proletarie e comuniste che erano venute elaborandosi nel seno della società dominata dalla classe capitalistica, è proletaria e comunista nella misura in cui riesce ( ... ) a costruire un nuovo ordine sulla base del quale sia resa impossibile l'esistenza della società divisa in classi e il cui sviluppo sistematico tenda perciò a coincidere con un processo di esaurimento del potere di Stato, con un dissolversi sistematico dell'organizzazione politica di difesa della classe proletaria che si dissolve come classe per diventare l'umanità. (O. N. , p. 136). E ancora: La rivoluzione socialista e comunista diventa l'atto di liberazione delle forze produttive reali che si sono accumulate nel seno della società capitalistica. (O. N., p. 138). Come si vede Gramsci non crede I) all'identificazione classe-partito nel senso del partito come prius della classe; 2) al processo rivoluzionario come sviluppo partitico, sovrastrutturale soltanto; 3) alla confusione anticipata, istituzionalizzata, e, dopo la conquista del potere, costituzionalizzata, tra partito· e stato. Basti aggiungere sinotticamente (e ci sia scusata questa procedura qocumentaria dal tollerante lettore) : ·La rivoluzione proletaria non è l'atto arbitrario di una organizzazione che si afferma rivoluzionaria o· di un sistema di organizzazioni che si affermano rivoluzionarie. La rivoluzione proletaria è un lunghissimo processo storico che si verifica nel sorgere e nello ·svilupparsi di determinate forze produttive... in un · determinato ambiente storico ( ... ) Il processo reale della rivoluzione proletaria non può essere identificato_ con lo sviluppo e l'azione delle organizzazioni rivoluzionarie di tipo volontario e contrattualista quali sono il partito e i sindacati professionali: organizzazioni nate nel campo della democrazia borghese, nate nel campo della libertà politica, come affermazione e come sviluppo della libertà politica. Queste organizzazioni in quanto incarnano una dottrina che interpreta il processo rivoluzionario e ne precede (entro certi limiti di probabilità storica) lo sviluppo, in quanto sono riconosciute dalle grandi masse come un loro riflesso e un loro embrionale apparecchio di governo, sono attualmente e sempre più diventeranno gli agenti diretti e responsabili dei successivi atti di liberazione che l 'intiera classe lavoratrice tenterà nel corso del processo rivoluzionario. Ma tuttavia esse non incarnano questo processo, esse non superano lo Stato borghese, esse non abbracciano è non possono abbracciare tutto il molteplice pullulare di forze rivoluzionarie ( ... ) Le organizzazioni rivoluzionarie (il partito politico e il sindacato professionale) sono nate nel campo della libertà politica, nel campo della democrazia borghese, come affermazione e sviluppo della libertà e della ~emocrazia in generale, in un campo in cui sussistono i rapporti di BibliotecaGino Bianco

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