Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

Significato di Gramsci « salto >> taumaturgico e demiurgico - nelle strutture stesse della organizzazione, della produzione e del potere. Gramsci quindi interpreta la fase della dittatura del proletariato in termini di versi da quelli leninisti (e naturalmente stalinisti), nel senso che la dittatura del proletariato è il risultato di un processo rivoluzionario, dalle radici dello sviluppo produttivo allo stato socialista come equilibrio di società civile e società politica. L'estinzione statuale in questo senso è già anticipata e iscritta nella struttura stessa dell' organizzazione del potere « dal basso )), e si realizza ne1la misura stessa dell'attuarsi del processo rivoluzionario. Come si vede, la tesi n1arxiana-engelsiana dell'estinzione dello stato, e della trasformazione del « governo politico >>nel « governo delle cose >), trova qui una elaborazione originale. Di tutti i testi che in proposito avanzano questa tesi, nessuno è presente nella antologia, dove si trova solo il Rapporto inviato nel luglio 1920 al Comitato ese- . cutivo dell'Internazionale comunista, che è un testo narrativo e di esposizione storica piu che di elaborazione teorica; e in un altro brano intitolato Operai e contadini (O. N., pp. 22-27; Ant. cit., pp. 93 e sgg.) sono omessi, senza dichiarazione specifica e particolare necessità materiale, alcuni luoghi riferentisi proprio alla identificazione della dittatura del proletariato con la struttura consiliare. Per Salinari e Spinella, tutta la problematica gramsciana si riduce alla tesi della « funzione preminente del partito rivoluzionario nei confronti di qualsiasi tendenza alla sua sottovalutazione in nome del movimento spontaneo delle masse>> (cfr. Ant. cit., p. 106, nota I). E certamente la polemica leninista anti-spontaneistica e anti-economistica è condivisa da Gramsci nel senso che il processo rivoluzionario ha una prospettiva politico-statale, la classe rivoluzionaria è una classe « etico-politica )) e .nòn « economico-corporativa )) (come traduce nel suo linguaggio Gramsci) e quindi realizza il proprio compito come « direzione >>; ma d'altra parte Gramsci nega chiaramente che questo processo si risolva nelle strutture e nelle forme del partito, e che il partito costituisca una struttura permanente, e non antagonistico -provvisoria contro la società borghese capitalistica. In questa prospettiva si spiega l'interesse di Gramsci sul rapporto tra spontaneità e direzione, come essenziale rapporto tra dirigenti e diretti, nel senso che i dirigenti sono «diretti dai diretti >> (richiamando, del resto, la polemica di Marx della terza glossa a Feuerbach, sulla necessità della « educazione degli educatori >) senza la quale « la società tende a dividersi in due parti di cui l'una è al di sopra della società )) .- Non c'è dubbio sulla premessa leninista del pensiero gramsciano, ma è del tutto legittimo, anzi doveroso, per un2. comprensione autentica del suo pensiero, riconoscerne l'originalità. Fino a che non si individua il problema in questi termini, si è destinati ad affermare o una generica unità o una generica separazione tra pensiero gramsciano e pensiero leninista, mentre è piu che mai necessaria una distinzione critica. E sia ben chiaro che nel Gramsci ordinovista non si sottovaluta la funzione del partito, ma se ne coglie e determina la strumentalità e tecnicità specifica, che si sottrae anticipatamente alla teorizzazione del partito come totalità, mediazione assoluta, guida unica della classe, ecc. Un'analisi approfondit~ non può non problemi che sono trascurati, sottovalutati 16 BibliotecaGino Bianco . . . . . portare tn primo piano tutti questi e addirittura omessi ed espunti nel-

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