Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

UNA RIDUZIONE <<POPOLARE>>DI UN GRAMSCI UFFICIALE II. Letture e docu1nenti Dopo le considerazioni generali, fatte a proposito dell'Antologia popolare gramsciana di Salinari e Spinella (nel n. 1, gennaio-febbraio 1958, di questa stessa .rivista), entriamo, con le pagine che seguono, nel merito della scelta, d~ll'esen1plificazìone, delle tesi implicite o esplicite dell'Antologia, per confermare - nei limiti della lettura documentaria e di una incipiente trama interpretativa - 1-e nostre affermazioni. Nell'introduzione sono fissati alcuni punti per una interpretazione, o diciamo meglio per una « descrizione » del pensiero gran1sciano, articolata - e la sce1ta ne è la diretta esemplificazione - sui temi fondan1entali: la funzione del partito, nel pensiero ordinovjsta e in quello dei Quaderni; la storia della lotta delle classi in Italia attraverso la storia risorgimentale e contemporanea, fino al saggio sulla Questione meridionale del 1926; i problemi connessi a una teoria generale della politica; l'egemonia e il consenso; la organizzazione della cultura e la funzione e promozione di una intellettualità organica; e infine i problemi della rielaborazione del marxismo o filosofia della prassi in alcuni principi e criteri di metodo. L'assunto interpretativo generale, implicitamente polemico di fronte all'attuale ricerca da parte di intellettuali marxisti e non marxisti su alcuni problemi sollevati e discussi da Gramsci, ci sembra la costante sottovalutazione e subordinazione dell'istanza e dell'istituto « consiliare )> rispetto alle funzione dirigente del partito. Tutta l'esemplificazione della prima parte è orientata verso l'affermazione, non approfondita o discussa, del primato del partito, della sua funzione dirigente e non strumentale. La implicita polemica anti-consiliaristica dell'introduzione è evidente nella scelta, che trascura, sottovaluta, omett~ tutte le evidenti affermazioni in proposito. Il problema della esatta interpre~azione del pensiero gramsciano nel period~ ordinovista e piu tardi, attraverso le esperienze politiche dirette della fondazione del partito comunista, delle sue lotte, fino alle Tesi di Lione e alla Questione meridionale, e al ripensamento teorico approfondito del carcere testimoniato nei Quaderni, è un problema, come è noto, assai grave e complesso, ma che doveva essere affrontato, anche perché non è possibile riposare in una generica affermazione di unità e continuità del pensiero gramsciano, e d'altra parte non ha valore l'affermazione senza dimostrazione che i Quaderni siano, ·rispetto all' « Ordine Nuovo )), « una fase ulteriore di elaborazione >> (p. xvII). Certo, una unità esiste ed è da ricercarsi non tanto in una azione politica precisa, in un programma politico (che del resto è di difficile estrazione dai Quaderni), ma in una prospettiva o, diciamo meglio, in una nietodologia politico-scientifica che si rivela come originale sviluppo critico ·del marxismo e del leninismo. BibliotecaGino Bianco

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