Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

Italo Calvino d'accusa· -- tutto nei fatti, non ·nelle parole che possono essere varian1ente valutate - piu terribile che mai si sia letto contro il regime rakosiano, contro un caso-limite d'instaurazione burocratica del socialismo (se socialismo possiamo ancora chiamare questo che era nato senza nessuna partecipazione democratica né spinta dal basso). Non per le piu spettacolari e note ingiu-· stizie (non ci sono· qui le unghie strappate o i seni martoriati; erano soprattuto i comunisti a finire impigliati nei piu taglienti ingranaggi del meccanismo, e nel libro i comunisti non compaiono), ma per l'influenza del regime sulla coscienza degli uomini semplici, che nel migliore dei casi si poteva dire nulla (il tenente medico delle donne, ossia la vecchia Ungheria dei romanzi e delle commedie rosa) e nel peggiòre deleteria, perché non modificava affatto la sostanza ed educava solo all'ipocrisia. L'intervista piu impressionante è in questo se_nsoquella del proletario diventato ingegnere: un giovane operaio, grettamente reazionario per educazione familiare, che entra in un collegio comunista per studiare gratuitamente, e si finge ossequiente a tutto l'indottrinamento marxista per poter proseguire gli studi, ma non si sogna neanche di pensare che ci sia in quegli insegnamenti un barlume di verità, e diventa un ingegnere formalmente ligio al regime che dentro di sé continua a odiare malgrado gli debba tanto, e nei giorni dell'insurrezione si guarda bene dal partecipare, pessimista com'è sulle possibilità di cambiamenti, e va in giro scettico a far fotografie (e poi finisce, profugo in Italia, a fare il propagandista per la DC). È il romanzo d'un Julien Sorel senza eroismo, gretto e prudente. Comprendiamo come, per una parte almeno della gioventu ungherese (quella che questi profughi rappresentano), la trasformazione delle strutture imposta dall'alto, anche dove portava a passi avanti nell'esistenza sociale dell~ persone, non portava a passi avanti nella coscienza, non li rendeva neanche consapevoli di quel che avveniva loro, e li lasciava nemic,: come era~o prima, a navigare in una generale reciproca menzogna. Colleghiam0 l'intervista del proletario-ingegnere a quella dell'assistente di biologia, che esamina con gran precisione e attendibilità l'organizzazione degli studi, e vediamo come un regime che puntava sull'educazione, sulla trasformazione degli uomini piu che su quella delle macchine e della natura, abbia fallito proprio in quel punto. La riforma dell'istruzione - che noi teneva~o come la realizzazione delle de.mocrazie popolari al di sopra d'ogni altra lodevole - si rivela dominata dal settarismo piu in1ntelligente - e impratico. Legato al problema dell'educazione è quello della scelta della professione. Se in Ungheria la disoccupazione era abolita, il libro di Chiesura ci testimonia quanto pesasse l'altra faccia di questa conquista: l'assegnazi?ne coercitiva a mestieri e professioni che non erano le proprie e a luoghi scelti d'arbitrio (cfr. pp. 15, 35, 38, 42, 67). La burocrazia riusciva a rendere negativi anche gli aspetti piu positivi del regin1e. Biblioteca Gino Bianco

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