Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

234 Henry Raymond crificando alla riconciliazione, offre le dimissioni, chè vengono rifiutate. -Gli ultra-colonialisti lo vengono a sapere; si dice che probabilmente il Presidente del Consiglio tornerà sulla decisione di imporre all'Algeria un ministro che Borgeaud non gradisce. I}« Echo d' Algér )) ne parla: è un invito alla sommossa, specialmente ai pou jadisti locali : ancora un piccolo sforzo ... Tutto si concatena perfettamente: il Presidente del Consiglio, rappresentante della Francia, arriva all'aeroporto della Maison Bianche alle 14,30. Le sue dichiarazioni all'arrivo sono di tono conciliante; ma tutto è ormai pronto per la visita, le autorità si impadroniscono di lui. Il prefetto e gli alti funzionari lo trascinano verso il piccolo Golgota che è stato approntato per lui : sarà, come il 29 gennaio, il Monumento ai Morti. lvi la polizia e i CRS, tutori dell'ordine in una città in stato di assedio, si rivelano stranamente impotenti nell'impedire alla fol1a di fischiare il Presidente del Consiglio. Sono le 16: una gazzarra, qualche pomodoro. Ce n'è abbastanza: la più alta autorità del governo viene accompagnata al palazzo del1a residenza. Guy Mollet chiama ·Parigi, risponde il generale Catroux: qualche frase, e le sue dimissioni vengono accettate. Sono le 16,30. Come dirà in seguito un deputato di destra all'Assemblea nazionale, « i povjadisti di Algeri hanno ottenuto in cinque minuti quello che noi siamo stati incapaci di fare in otto giorni)). La guerra d'Algeria ci sarà, come si prevedeva. · 4. La ricerca dell'evidenza. L'esame della questione coloniale è la ricerca dell'evidenza. Tutte le ricerche in questo campo portano a verità amare ed accusatrici. Per questo la falsificazione è cosf forte, e cosf difficile da dissipare. t assolutamente sorprendente, per esempio, che le sinistre francesi, néll'affròntare il problema dell'Algeria, noh conoscano nemmeno ciò che li spinge a porsi questi problemi, cioè la lotta reale dei fellaghas. Il 6 febbraio 1956, tutta la politica della sinistra francese si spuntò sulla rocca di Algeri; ma, come l'arresto di un treno si trasmette dalla testa alla coda, poté sembrare per un momento che il progresso sarebbe continuato, lasciando a parte la questione algerina. Disgraziatamente la guerra subordina a poco a poco a sé tutti i settori della politica francese; non è piu possibile farsi illusioni, non ci sarà politica di sinistra per la Francia finché dura la guerra d'Algeria. La sinistra deve quindi scegliere tra i miti coloniali e l'esigenza moderna. Poco import~no i mascheramenti, la storia non ha piu quel1e lunghe indulgenze che permettono alle coscienze di rifarsi. I verdetti qualche volta non attendono nemmeno l'arringa · degli avvocati. Il tempo incalza. La guerra d'Algeria continua. HENRY RAYMOND Biblioteca Gino Bianco

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