Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

Le basi sociali dei 'rapporti franeo-algerini 2 33 frasi sulla questione algerina avevano un'apparenza pacifista, ma a rovesciarle si poteva benissi1no leggervi anche la guerra. Di fronte alle velleità di pace, a una debole tendenza verso i negoziati, alle contraddizioni che opponevano, nella maggioranza dei casi, i pacifisti timorati ai nostalgici dell'Impero Francese, il gruppo degli u~tra-colonialisti avrebbe risposto con una volontà intransigente ac- · compagnata da potenti mezzi politico-finanziari. In appena tre settimane questo gruppo, con alcuni alleati, avrebbe distrutto le deboli possibilità di arrivare alla pace. Il colpo del 6 febbraio. Di questa storia è stata data una versione alquanto oleografica: il Presidente del Consiglio francese andava in Algeria per trattare. Disgraziatamente, arrivando ad Algeri, fu vittima di un colpo di stato: fu ricoperto di pomodori (alcuni · dicono che ricevesse anche qualche · bastonata), si liberò con grande sforzo,. e, rientrato al palazzo del governatorato generale, in preda allo choc, accettò le dimissione che Catroux gli offriva per telefono, gettando cosi la Francia nella guerra. Si trattasse di un solo pomodoro o di sette che colpirono Guy Mollet nella sua visita al Monumento ai Morti di Algeri, questo episodio ce ne ricorda un altro, del 1830, quando un Bey di Algeri, in pantaloni a sbuffo, cacciò il rappresentante della Francia a colpi di ventaglio. Parrebbe allora che le masse, ossia la popolazione europea di Algeri, abbiano avuto un'importanza determinante in quella giornata. Ciò è assolutamente inesatto. Tutto l' affaire del 6 febbraio va connesso alla nomina del generale Catroux a ministro dell'Algeria. Gli ultra-colonvialisti di Algeri, abituati a orientare e . determinare le decisioni del governo sull'Algeria, non potevano ammettere la presenza in Algeri di un uomo che _affermava che l'Algeria non era una provincia francese. Quello che essi soprattutto temevano era un negoziato invisibile che portasse una pace-s9rp~esa. Il gruppo di cui era portavoce Alain de Sérigny, redattore capo dell' « Echo çl' Algér », convogliò le preoccupazioni della popolazione europea, organizzò qu~lche associazione patriottica contro Catroux, allarmò Parigi per mezzo di fun- ~ionari continuamente in viaggio attraverso il Mediterraneo, e « preparò » · così psicologicamente un governo senza volontà. . Il 28, Catroux è praticamente designato. Il 29, un corteo di ex-combattenti e di studenti europei organizza manifestazioni nella città in stato d'assedio, senza incontrare ostacoli da parte della polizia. La notizia è su tutti i giornali di Algeri. Guy Mollet non può ignorarlo. Il 2 febbraio parte Soustelle, e la popolazione europea di Algeri, in preda .a un nervosismo c~escente (che deciderà Parigi?), rimpiange l'uomo forte che avrebbe o~dinato una strage degli indigeni, e organizza una m~nife~t~zione di massa. Soustelle, che gli ultra-colonialisti avevano avvers~to finché aveva proposto delle riforme, cioè fino al I 2 e I 3 gennaio, diventa bruscamente il caro amico dal quale de Sévigny si separa non senza rimpianto. · Naturalmente il governo di Parigi, stordito dalle informazioni sulla .situazione psicologica degli europei ad Algeri, si arresta bruscamente. Al consiglio dei ministri che prepara il viaggio di Guy Mollet e di Catroux, alcuni propongono d'inviare in avanguardia Guy Mollet, il Presidente del Consiglio, da solo. Il generale Catroux seguirà dopo una decina ~i giorni. Lasciare il ministro per l'Algeria a Parigi è un po' strano, da parte di un governo appena investito : naturalmente .Catroux, saBiblioteca Gino Bianco

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