Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

Le basi sociali dei rapporti franco-algerini 229 li, è tra quelli che piu temono di ~ssere d:inn~g~~ti ?all'_emancip~zi?ne d~l popol~ algerino. In questo strato figur~no alcuni ~et_pn1 r1cc~1 europei ~ Algeria.. Se ~1 aggiunge al monopolio della vigna la pos1z1one dominante degli europe~ nella coltura degli agrumi (90 per cento) e del grano tenero (75 per cento), st c?~- prenderà come il governo dell'Algeria abbia potuto prese~tare un _q':1adro 1d~lliaco dello slancio econo1nico del paese. I.Ja fortuna degli europei tn Algeria è partita dal nulla o quasi. Ed oggi si può calcolare che gli europei possiedano i due terzi della produzione agricola. È una cifra imponente, anche se soltanto indicativa. E se si pensa che 1'8o per cento dei musulmani d'Algeria vive di agricultura, si comprenderà quale pauroso significato questa cifra possa avere. Il quadro dell'industrializzazione, anche se osservato con le lenti colorate del colonialista, è decisamente meno idilliaco. Secondo la pubblicazione di propaganda del governatorato generale dell'Algeria, « l'industrializzazione dell'Algeria ha ·già oltrepassato lo stadio dei progetti e dei tentativi )). Ma l'attività principale è l'estrazione di minerali, la cui importanza nell'economia algerina è trascurabile. Il numero dei musulmani impiegati nell'industria privata (circa 180 mila su 300 mila) mostra come sia vana, da parte dei pianificatori, la pretesa di dare a tutti una occupazione 1 . Nel '54, dopo lo scoppio delle ostilità, gli ambienti ufficiali francesi si sono bruscamente accorti che esisteva ·un problema dell'industrializzazione in Algeria. Da anni gli economisti risolvevano tale problema negandolo 2 . Ora il tema dell'industrializzazione, staccato dal contesto, alimenta la mitologia colonialista servendo da giustificazione alla famosa forn1ula: « Il problema è economico e sociale, non politico )). Si può riassumere questo quadro trionfale dicendo che, nel 1954, questa economia aveva permesso a 85 mila contribuenti musulmani di raggiungere il livello dei redditi del territorio metropolitano: 85 mila, in piu di un secolo! L'economia disperata. - Su otto milioni di musulmani, in quasi centotrenta anni, l'economia colonialista ha fabbricato piu miserabili che uomini normali. « Su otto milioni e mezzo di musulmani si può calcolare che sette milioni non facciano parte del corpo economico: essi vivono in un cerchio chiuso )), scriveva Jacques Soustelle nel maggio 1956, qualche mese dopo aver lasciato la carica di governatore d'Algeria. Possiamo pensare che sapesse di che cosa parlava. E vogliamo essere piu precisi. Si tratta di un'economia primitiva in piena fase di regresso. La produzione pro capite, per il settore musulmano, é passata da 5 quintali di cereali nel 1872 a 2,8 nel 1936. Essa raggiunge in questo momento appena i due quintali, e si tratta di una produzione di prima necessità. Parallelamente, anche le altre produzioni hanno subfto un ribasso in cifra assoluta. Il patrimonio ovino, a causa della mancanza di pascoli, è diminuito della metà dal 1890. 1 Disoccupazione e sottoccupazione, secondo i· sindacati algerini nel 1954: piu di due milioni di persone. Il basso numero di impieghi conferma questa percentuale: 400000 di cui il 30 per cento di europei nell'industria, e 173000 nell'agricoltura. ~ « Le condizioni tecniche dell'industrializzazione dell'Algeria sono insomma nell'insieme cosf poco favorevoli, che bisogna pensare a un aiuto fiscale e a un aiuto finanziario per persuadere le grandi imprese francesi a creare succursali sul suolo algerino. Evidentemente si tratterebbe di un decentramento dell'industria francese e di nient'altro » (JEAN SAINT GERMÉs, L'industrialisation de l' Algérie, « Cahiers du Centre d 'Etudes de politique étrangère », 1953). BibliotecaGino Bianco

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