Passato e Presente - anno I - n. 2 - mar.-apr. 1958

Le basi sociali dei rapporti franco-algerini 227 sione? » 1 . Ed eccone i postulati : prìma di tutto, si tratta di governare, di far evolvere, ossia di condurre i popoli verso l'autonomia. Il « Popolo Fratello Mag .. giare>> è insomma ancora H. E, secondo postulato, si indica il compito essenziale · della decolonizzazione nell'eliminare le tare o i vizi del sistema coloniale. Qui sta racchiusa un'idea molto diffusa in Francia: si deve evitare a qualsiasi costo che i popoli liberati diventino « preda di altri imperialismi voraci, che aspettano i popoli coloniali, per così dire, alla porta della prigione per prenderli sotto tutela >> 2 • Si potrebbe credere che questi due postulati siano affermati da intellettuali che rappresentino una specie di « riformismo coloniale >>. Ma non sarebbe esatto. È la scuola primaria che imprime fortemente nei cervelli l'idea del « popolo guida», questa idea incarnata da uomini come Sarvognan di Brazzà, Faud Herb, Liautey (per una malignità della storia, non esiste nessuna incarnazione di questo genere per l'Algeria). Questa idea, in fondo, è la fusione e la confusione tra la missione rivoluzionaria dell'esercito della Repubblica del 1792 e la « 1nissione civilizzatrice >> degli eserciti coloniali del 1830 e '90. La Francia ideale rientra nelle sue frontiere, dopo la sconfitta napoleonica, ma la Francia reale è rimasta nell'Impero conquistatole dai suoi soldati. Il secondo postulato presenta il « fatto coloniale >> come qualcosa di acquisito, che non si potrebbe negare senza pericolo. Da questo punto di vista, colonizzatori e colonizzati hanno responsabilità uguali, un elenco di doveri e di diritti. Si arriva cosf a considerare il problema algerino non dal punto di vista storico concreto, quello della conquista, ma partendo dalla colonizzazione in generale. E . Quermonne può scrivere della colonizzazione 3 : « Nello stesso modo in cui le folle europee perdono di vista la coabitazione ipnotizzandosi sull'Algeria francese, le folle mussulmane, rivendicando solo l'indipendenza, rischiano di non vedere questo stesso imperativo. La dialettica degli antagonismi porta allora a un punto morto >>. È facile notare l'andamento caratteristico del pensiero decolonizzatore : esso rifiuta di vedere il contenuto storico della colonizzazione, rifiuta di comprendere che il punto morto è stato creato dalla colonizzazione stessa e che l'insurrezione armata ha proprio il compito di eliminarlo liquidando il colonialismo. In tal n1odo si arriva a una specie di discorso sulla decolonizzazione, nel. quale i doveri dei colonizzati sono rigidamente stabiliti. Questo pensiero, quindi, si rifiuta di capire che il problema si pone proprio perché una lotta armata ha messo in causa nella pratica la colonizzazione ·stessa. Coloro che faticano a capire perché la sinistra francese resista cosi spesso all'aspirazione dei popoli all'indipendenza, avranno in sospetto questo « riformismo coloniale ». Ciò non è sempre giusto, qualche volta anzi è quasi commovente vedere con quale buona volontà pratica il riformismo coloniale tenta di avvicinare il colonialismo illuminato alla volontà dei popoli di liberarsi dall'oppressione. Ma 1 HuBERT DESCHAMPs, La liquidation du colonialisme, in « Tiers monde », pubblicazione dell' INED. 2 Il maresciallo Juin vede già il Magreb indipendente « cercare gli appoggi che lo renderanno piu schiavo di quanto non fosse con noi e nello stesso tempo senza dubbio meno efficaci » (Le Magreb en· feu, p. 159). 3 << Revue de politique etrangère », luglio 1957. BibliotecaGino Bianco

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