Mondo contemporaneo LE BASI SOCIALI DEI RAPPORTI FRANCO-ALGERINI E IL COLPO DI STATO DEL 6 FEBBRAIO 1956 1. Il richiamo all'ordine. Nelle ultime settimane la s1n1stra francese è stata molto scossa da una serie di articoli scritti da intellettuali algerini che esprin1evano in lingua francese, spesso con grande esattezza, i dubbi dei loro autori, e dell'opinione pubblica algèrina, sulla lotta della sinistra francese contro la guerra d'Algeria. Nel giornale « Le Monde )), Amrouche ha disegn~to il contrasto tra la Francia mitica, quella dei grandi princip1, quella Francia alla quale si riferisce spesso la sinistra nella lotta per la conservazione dei valori, e la Francia reale. Questa Francia reale ha, per l'intellettuale colonizzato, delle attenzioni da tutore, attenzioni che trasformano l'intellettuale in minorenne, da sollevare poi al livello del suo fratello maggiore, il bianco. Per gli algerini, sia che si tratti del giornale « El Moudjahid >> di Fehrat Abbas, sia che si tratti di J ean Amrouche, la vera base della lotta non è un movimento d'opinione, per quanto rispettabile, ma la sollevazione popolare che mette praticamente in causa la dominazione coloniale nel fragore della battaglia. In questo rifiuto di subordinazione si sente l'immensa amarezza di uomini che avevano puntato molto sulla sinistra francese e che ne sono rimasti delusi. Essi infatti riconoscono oggi con freddezza che il capitale di fiducia da loro investito nella sinistra frances~ non ha prodotto gli effetti sperati. Non solo la sinistra non ha potuto esercitare sul governo francese un'azione che avesse effetto sul corso della guerra, ma, peggio ancora, gli avversari della guerra d~Algeria non riscontrano ancora nel proprio paese quel vasto movimento di opinione e di azioni senza il quale la loro generosità rimane un semplice 3entin1ento. · Gli algerini, ingannati, si allontanano dalle soluzioni proposte dalla s1n1stra, criticano ogni tendenza a tener conto degli interessi francesi, denunciano i miti della decolonizzazione, della lotta per i principì. Sentono confusamente, sotto a tutto questo, un'esitazione, un timore che compromettono la lotta anticoloniale. Se è vero che la sinistra francese ha vissuto finora dei propri miti, se è giusto dire che le sue proposte, finora, non corrispondono affatto a questo mondo in convulsione, ne dobbiamo dunque esaminare la causa, approfondendo il problema e dissipando alcune illusioni. Ciò che in Francia• si chiama decolonizzazione si fonda su un certo numero di postulati, che devono essere spiegati. Per una gran parte dell'opinione francese la decolonizzazione non è un fatto, ma un problema : « Come governare i popoli allogeni e c~me farli evolvere per assicurarne il progresso senza espioBibliotecaGino Bianco
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