Giulio Preti tifica e quindi non tecnica; una visione teologica e puntellata da superstizioni - la tecnica finisce dominata e asservita ad un mondo che si vale di essa come mero sussidio strumentale. Tutte le volte che caste isolate dal mondo del lavoro hanno tentato il dominio delle masse mediante ideologie teologiche, sempre hanno combattuto la concezione scientifica del mondo come profana ed erronea, riducendo la scienza a tecnica e questa a mera strumentalità pratica. Platone ha fornito la falsariga e i concetti fondamentali per questo procedimento, che abbassa la tecnica al mero operare banausico, inconsapevole o semi-consapevole, e la scienza, che dovrebbe costituire la consapevolezza di quell'operare, a mera opinione di fronte al vero sapere che è intuizione del divino. Cosi agli inizi del pensiero cristiano, Agostino (De doctrina christiana), e poi qualche secolo dopo Rabano Mauro seguito da un 'intera letteratura teologale, hanno salvato la scienza ar1tica di fronte alla negazione cristiana, riducendo quella stessa scienza a mero strumento tecnico senza valore intrinseco, falso nella visione del mondo che conteneva ma utile per le capacità pratiche che poneva a disposizione. Solo verso la fine del Medioevo, dopo non piccole lQtte, verrà ricuperato il senso del valore del sapere scientifico : e ne nascerà la scienza moderna. Oggi siamo circa nella medesima situazione. Si rinnegano in blocco i risultati della rivoluzione laica e scientifica del pensiero moderno : se ne temono e anatemizzano gli sbocchi storici. Si respinge la visione scientifica della natura fisica e della natura umana perché atea e « materialistica >>; si respinge ogni tentativo, di visione scientifica della storia e dei rapporti politico-sociali perché « comunista » e, di nuovo, atea e « materialistica ». Fisit:a, psicologia clinica, economia politica, non devono costruire una organica visiofle del mondo, non devono aver pretese teoriche - devono soltanto ridursi a magazzini di mezzi per costrui~e strumenti utili di guerra e di pace, per ospedali e istituti di educazione, per organizza_re il controllo dei mercati. Mezzi di potenza e di dominio sulle masse. C'è un'enorme letteratura che si diverte a rappresentare, spingendole al paradosso, le possibilità di distruzione, e di autodistruzione, che la tecnica pone oggi al servizio delle potenze umane. Ora... io non credo che tali mezzi siano giocattoli da ridere; tuttavia ci sono altri prodotti tecnici che temo assai di piu, per i loro catastrofici effetti rnorali, che non le bombe A od H. E sono la radio, la televisione, i fiippers e i juke boxes. Se è vero che per entrare nel regno dei cieli occorre divenire simili a fanciulli, le grandi industrie (e i governi che ne sono controllati) stanno garantendoci questo regno a tutti, in massa. E assicurano, sulla Biblioteca Gino Bianco
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